(di Marzia Apice)
Non è mai semplice raccontare una
storia con gli occhi dei bambini, entrando in punta di piedi nel
loro mondo per svelarne meraviglie, incubi, scoppi di felicità e
paure. Ci riesce bene Laura Fusconi nel bell'esordio Volo di
paglia, romanzo edito da Fazi in libreria dal 30 agosto. Nella
campagna piacentina del 1942 Tommaso e Camillo sono amici per la
pelle; tra di loro c'è Lia, la bambina più bella della classe,
che lotta per farsi amare da suo padre, ras fascista che
spadroneggia nella zona. Dopo circa mezzo secolo, in quegli
stessi luoghi, tra i boschi e i campi di grano e di erba medica,
tra la chiesa e le case padronali, altri due bambini, Luca e
Lidia, vivono la loro amicizia.
Ci sono fantasmi in questa storia, e orrori difficili anche
solo da nominare; c'è sullo sfondo la tragedia del fascismo, e
poi si fa un balzo in avanti di 50 anni, per scoprire che molto
è cambiato, ma in fondo non tutto. E poi ci sono sentimenti
autentici, nei quali chi legge si può riconoscere. I dialoghi
sorprendono per la naturalezza, e ogni descrizione non è mai
fine a se stessa, rimanda anzi sempre a qualcosa di più
profondo, come se la giovane autrice, nata a Castel San Giovanni
(Piacenza) nel 1990, volesse lasciare di volta in volta un
piccolo regalo a disposizione del lettore. In una trama che, pur
complessa, scorre in modo fluido, mantenendo alto il desiderio
di scoprire la fitta rete di misteri che vi si cela, a brillare
sono i personaggi, tutti perfettamente delineati.
Due i mondi che si fronteggiano: quello degli adulti,
disincantato, cinico, a volte cattivo, e quello dei bambini,
sempre aperto all'immaginazione, allo stupore, all'assolutezza
ingenua del 'sempre' e del 'mai'. In entrambi c'è il dolore,
vissuto spesso nell'incomunicabilità dagli adulti, mentre i
piccoli ne scoprono la potenza, e cercano di imparare a
conviverci e a difendersi. Nel mezzo, prende corpo la terra
densa ed evanescente dei ricordi, un luogo altro in cui tutto
può accadere, anche ciò che non è mai successo, e nel quale il
tempo è qualcosa con cui si fa fatica a fare i conti.
In questo contesto si muove la scrittura di una autrice che
ha già uno stile definito, e che maneggia con disinvoltura la
materia fragile dei sentimenti, prendendola di petto, ma anche
accarezzandola: il risultato è un libro emozionante, in cui il
lettore viene preso per mano a percorrere una storia che ha
l'urgenza di essere raccontata.
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