LUCA TOMASSINI, L'INNOVAZIONE NON CHIEDE PERMESSO. COSTRUIRE IL DOMANI DIGITALE (Franco Angeli, pp. 322, 32 euro) La realtà che da virtuale diventa immateriale, le potenzialità straordinarie del nostro cervello, l'intelligenza artificiale, la trasformazione del mondo del lavoro, il Deep Learning e le Deep Fakes, la questione della privacy sul web e la cyber security, le prospettive etiche e sociali di un'innovazione che corre più di quanto noi stessi ci rendiamo conto, tra big data e tecnologie dalle caratteristiche umane: sono alcune delle tematiche affrontate nel libro "L'innovazione non chiede permesso. Costruire il domani digitale" di Luca Tomassini, edito da Franco Angeli. Nel libro il fondatore, presidente e amministratore delegato di Vetrya (gruppo internazionale che opera nel mondo delle telecomunicazioni, media e digital) delinea con chiarezza lo scenario che stiamo vivendo, ormai dominato da tecnologie e ambienti digitali, affrontando in capitoli sintetici molte tematiche complesse. L'assunto da cui si parte è che l'innovazione, il cui ritmo di crescita degli ultimi cinquant'anni supera quello della storia dell'umanità, è inarrestabile: pertanto tutti dobbiamo farci i conti e imparare a gestirla al meglio per non essere soggetti passivi ma attivi.
Siamo frastornati, spiega il libro, perché ci troviamo in una fase di passaggio, in mezzo alla rivoluzione digitale: comprendiamo che la tecnologia e il cyber possono cambiare la nostra vita (e la stanno già cambiando) in meglio, ma non siamo in grado di gestire l'impatto che hanno in ogni sfera del nostro quotidiano. Il segreto per affrontare il cambiamento è non lasciarsi travolgere dal grande fiume in piena dell'innovazione, imparando a navigare utilizzandone i vantaggi e tenendo a bada i pericoli.
Perché se è vero che i rischi di "disumanizzazione" esistono, e alcuni problemi sono già all'ordine del giorno (per esempio la perdita di posti di lavoro, le violazioni della privacy, le fake news) è altrettanto vero che possiamo difenderci acquisendo nuovi strumenti. Quello di cui parla Tomassini è "un futuro di idee, che nascono sul digitale e si sviluppano nel reale per offrire servizi e possibilità sempre nuove". C'è chi, pensando al futuro, invece immagina scenari apocalittici in cui l'umanità sarà schiacciata e cancellata dalle sue stesse creazioni: è proprio la divisione tra mondo tecnologico e mondo digitale ciò che l'autore respinge con forza, perché è sempre l'uomo il protagonista di ogni cambiamento. "I pessimisti hanno quasi sempre ragione. Gli ottimisti cambiano il mondo" dice in chiusura Tomassini, riassumendo in una frase le sue convinzioni e il suo approccio positivo al domani digitale. Un domani in cui l'uomo avrà un ruolo centrale se non si lascerà imbambolare dalle apocalissi che molti raccontano. "Il cambio di paradigma, l'apertura della finestra attraverso cui guardiamo alla realtà nel suo insieme, non è una alternativa tra le tante, ma l'unica scelta possibile", scrive, "Tale alternativa, infatti, non è tra il passato e il futuro, ma tra l'innovazione che arriverà, e la nostra estinzione". E chissà che magari non si verifichi uno dei più begli auspici del libro: la creazione di un "algoritmo della pace" che distrugga le guerre e garantisca ordine e uguaglianza per tutti nel mondo, obiettivi in cui nessun uomo è ancora riuscito.
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