- FRANCESCA PANSA, 'NESSUNA NOTTE E' INFINITA' (Rizzoli, pag. 157, euro 18,00).
''''Pochi giorni prima di Natale lei mi aveva detto: 'Sarà il mio ultimo Natale, ci dovrete essere tutti a tavola, figli e nipoti, dobbiamo essere uniti, prometterci che ci vorremo più bene, che ognuno sia davvero più vicino agli altri, voglio preparare come ogni anno i cuddurielli''. Invece quel Natale Soave non lo festeggiò con la sua famiglia ma la traccia della sua vita è rimasta un po' nella storia del nostro Paese e molto nel cuore della figlia Francesca che a modo suo, in un romanzo, un po' saggio, un po' memoria familiare ne ha ripercorso avanti indietro l'esistenza tanto significativa. Non perchè Soave abbia compiuto imprese eroiche, se per eroismo s'intende quello a cui ci hanno abituato (erroneamente a mio avviso) i ibri di storia, ma perchè l'eroismo l'ha vissuto giorno dopo giorno, ora dopo ora, nella sua battagliera quotidianità di giovane donna del sud con quattro figli e un marito amatissimo impegnato politicamente per cercare di dare alla sua famiglia un mondo migliore. Il maestro Ermanno che l'aveva scelta e l'aveva amata in un istante, sulle note di una canzone popolare, lui figlio di una maestra altrettanto coraggiosa e forte tanto da sfidare la fatica e il pregiudizio. Nipote di un ciabattino forse scanzafatiche ma illuminato di una saggezza antica, fatta di proverbi e citazioni e 'gossip' da bar di paese. La sapienza di una Calabria anomala, lontana dagli stereotipi, racchiusa in queste pagine dove si parte dalle viuzze di Castrovillari per arrivare a Roma, dove in più fasi, sempre dolorose, si trasferirà una famiglia sempre legata dall'amore e dalla passione.
Pagine in cui si trovano personaggi come gli zii soldati , Saverio e Giovanni, morti nello stesso giorno, insieme, il 16 dicembre, nella prima guerra mondiale in trincea, tanto da far impazzire la nonna Saveria - la mamma di nonna Rosina - che si consumerà per il dolore. Vite vissute insomma nelle varie generazioni, sempre cariche di valori significanti, di caratteri che danno il senso della trasformazione di un mondo e della battaglia di chi ha creduto che agire non sia mai inutile e in questo modo ha disegnato la sua esistenza. Figure che nel libro sono sapientemente alternate da Francesca Pansa a pagine dedicate a grandi autori, e al loro rapporto con la famiglia, da Virginia Woolf e la madre Julia, Ennio Flaiano e il suo rapporto con la figlia, Alberto Moravia che non credeva nei sogni, l'infanzia esilio di Aldo Rosselli. Pagine radicate insomma nell'oggi dove universale e locale sono i fili di uno stesso tessuto di emozioni.
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