"Idea geniale". Così, a margine della presentazione della mostra 'California Dreaming' al Museo Ferrari di Maranello, l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ha replicato a chi gli chiedeva un commento sullo spot del Lingotto, in cui vengono impacchettate le auto dei dipendenti di marche diverse dalla Fiat con sopra un cuore infranto. Spot che non ha mancato di sollevare alcune perplessità.
La Fiat ha varato nei giorni scorsi la campagna interna di marketing per favorire l'acquisto di auto con i marchi del gruppo da parte dei dipendenti, nei parcheggi della casa torinese, a Melfi e a Mirafiori. Gli impiegati che hanno una vettura straniera l'hanno trovata appunto 'impacchettata', con un cuore spezzato e un biglietto "Vederti con un'altra ci ha spezzato il cuore". C'è anche la promessa di uno sconto del 26% per l'acquisto di un'auto del gruppo. Stessa iniziativa replicata a Pomigliano, stabilimento che nel periodo di Pasqua chiuderà i battenti per nove giorni: la campagna 'cuore spezzato' non piace ai lavoratori ancora in cassa integrazione.
Polemici i sindacati che ricordano il negoziato ancora aperto sul contratto. "Per cambiare auto servono i soldi, se non si rinnovano i contratti puoi avere il cuore ma il sangue manca", dice Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim. "Il problema - sostiene Michele De Palma, coordinatore Fiat della Fiom - è che sono i lavoratori ad avere il cuore spezzato per la cassa integrazione. Anzichè spendere soldi per campagne pubblicitarie improbabili, la Fiat dovrebbe investire per aumentare i salari e ridurre i carichi di lavoro". "La migliore pubblicità che l'azienda può fare nei confronti dei propri dipendenti è rinnovare i loro contratti. E' un'iniziativa suggestiva ma la Fiat deve dimostrare un reale interesse verso i propri dipendenti", osserva Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. Fuori dal corso Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo Fismic: "E' un'iniziativa simpatica, molto meglio degli interventi repressivi di un tempo contro le auto straniere dei dipendenti nei parcheggi degli stabilimenti Fiat. Lo fanno tutte le case automobilistiche al mondo". Critica la campagna Fiat anche Giorgio Airaudo, ex responsabile auto della Fiom e oggi deputato di Sel. "Non mi turba l'impacchettamento, ma la fedeltà in una coppia deve essere reciproca. Mi piacerebbe, per esempio incartare, magari con il Domopack, lo stabilimento abbandonato di Termini Imerese. O quello, oggi in bassissima produzione di Mirafiori".
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