Cresce in Italia il numero delle donne nei Consigli d'amministrazione delle società quotate in borsa e la 'rivoluzione rosa' piace a Bruxelles, che incoraggia ad andare avanti su questa strada. Tuttavia, col 15% di presenze femminili nei ruoli decisionali, il Belpaese - nonostante la dinamicità dimostrata in questi ultimi anni - resta al di sotto della media Ue, che si attesta al 17,8%.
E' "negli Stati membri dove sono state introdotte leggi nazionali sulla parità di genere, che si notano i passi avanti più grandi", spiega il vicepresidente della Commissione Viviane Reding. La Francia è in testa. Ma anche "l'Italia ha fatto progressi molto forti, ed ha una legge sulle quote rosa", evidenzia l'esponente dell'esecutivo comunitario.
Nel periodo tra l'ottobre 2010 e l'ottobre 2013 la percentuale di donne nei Cda è aumentata in 22 dei 28 Paesi dell'Unione. Le crescite più incisive si sono registrate in Francia (17,4%); Slovenia (11,8%); Italia (10,4%); Olanda (10,2%) e Germania (8,8%). La media europea ha fatto registrare il 5,9%, mentre la performance peggiore è stata della Romania, con una diminuzione di presenze del 13,5%.
Tuttavia, i dati rivelano che nonostante la rincorsa degli ultimi anni, nel 2013 l'Italia col 15%, è rimasta al di sotto della media europea, che si è attestata al 17,8%. Le donne sono arrivate a rappresentare almeno un quarto dei membri dei board delle società solo in cinque Paesi. A guidare la classifica: la Finlandia (29,8%), seguita da Francia (29,7%), Lettonia (28,6%), Svezia (26,5%) e Olanda (25,1%). L'Italia si è guadagnata la quindicesima posizione tra Croazia (15,1%) e Spagna (14,8%). Malta è maglia nera col 2,1%.
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