"La flessibilità esistente all'interno delle regole dovrebbe essere usata per meglio indirizzare la ripresa debole e per fare spazio ai costi per le necessarie riforme strutturali", indispensabili per dare "nuove opportunità di lavoro" e quindi ridurre la disoccupazione.
Questa la frase "incriminata" pronunciata dal presidente della Bce, Mario Draghi, a Jackson Hole, che avrebbe fatto insorgere la cancelliera tedesca Angela Merkel, preoccupata per il rispetto del rigore e dei vincoli di bilancio. Una dichiarazione che divide, visto l'applauso ricevuto dall'Italia (Napolitano, Renzi, Padoan) e i distinguo di parte tedesca (non solo Merkel, ma anche Schaeuble).
Intervenendo la settimana scorsa al forum di Jackson Hole, negli Stati Uniti, il numero uno dell'Eurotower ha infatti aperto la porta a politiche di bilancio più favorevoli alla crescita, ricordando che è possibile un maggiore coordinamento a livello europeo e che potrebbe essere appropriato ''un ampio programma di investimenti pubblici'' in linea con la proposta del presidente della Commissione Europea.
"Forte sintonia", ha poi commentato a stretto giro il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, secondo cui "il messaggio di Draghi e' molto chiaro: per creare occupazione in Europa occorre agire dal lato della domanda con la politica monetaria, che sta facendo e farà molto, con la politica di bilancio nell'ambito degli spazi disponibili già oggi, e con una forte politica di rilancio degli investimenti". Le parole di Draghi "sono di buonsenso'' perché ha detto che "chi fa le riforme" ha "il dovere di mettere in campo tutti gli strumenti di flessibilità che ci sono. Noi rispetteremo la regola del 3% ma diciamo che l'Ue non può essere soltanto tagli, vincoli e spread", ha concordato anche il premier Matteo Renzi.
Perfino dal Quirinale, dopo l'incontro Padoan-Napolitano, si è parlato di "importanti indicazioni" provenienti da Jackson Hole, un' indicazione letta da molti come un ''appoggio'' concreto alle parole del presidente Bce.
Il tifo da Roma per Francoforte, insomma, si è sentito forte e chiaro, ma non altrettanto è successo a Berlino, da dove il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble ha avvertito che le parole di Draghi erano state "male interpretate" e ricordato che la necessita' di riforme strutturali e finanze solide restano la giusta lezione della recente crisi dei debiti. La doppia telefonata di Merkel e Schaeuble a Draghi, dunque, sembra la logica conclusione di questo dibattito: capire bene cosa intende fare la Bce, che giovedì riunisce il consiglio.
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