Padoan a G20, grandi progressi Italia in agenda riforme - L'Italia "sta facendo molti progressi nell'agenda di riforme strutturali". Lo ha detto ai membri del G20 il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, spiegando in un'intervista a Bloomberg che queste parole "sono state ricevute in modo molto positivo". "L'economia italiana è ancora in recessione, tecnicamente parlando, a causa della crescita negativa, ma questa sta finendo e ci aspettiamo una crescita positiva a partire dal prossimo anno", ha detto al G20 Padoan, intervistato da Bloomberg.
Schaeuble, rischio bolla da politiche espansive - Politiche monetarie e di bilancio espansive rischiano di creare una bolla speculativa sui mercati finanziari e immobiliari. L'allarme arriva dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, intervenuto al G20 di Cairns in Australia. Tali politiche, riporta Bloomberg, secondo Schaeuble riducono la spinta alle riforme strutturali.
Cambi tornano in agenda leader, richiesto coordinamento - I cambi, dopo un lungo periodo di assenza, tornano di attualità al G20. Il documento conclusivo di domani, ha spiegato il ministro delle Finanze sudcoreano, Choi Kyung Hwan, conterrà un rimando alla necessità di "coordinamento" delle politiche sui cambi, dopo che le divergenti politiche monetarie fra Bce, Fed e Banca del Giappone rischiano di aumentare l'instabilità dei tassi e quindi dei mercati finanziari. Il dollaro ha toccato i massimi da 6 anni sullo yen e da 14 mesi sull'euro.
Weidmann, azione Bce ha ruolo limitato per crescita - "La politica monetaria non dovrebbe essere caricata di troppe aspettative e non le dovrebbe venire chiesto di fare trucchi che non può fare". Così, a margine del G20 in Australia, il membro del board della Bce, Jens Weidmann, sottolinea a Bloomberg i limiti della politica monetaria dell'Eurotower nei confronti della crescita. Politica che "non dovrebbe essere espansionistica più a lungo del tempo necessario ad assicurare la stabilità dei prezzi".
Leader G20 inseguono crescita, faro su Ue e Bce
L'Eurozona in stagnazione, il Giappone che ancora stenta, gli Usa che guidano una crescita mondiale che comincia a zoppicare nonostante il target di un aumento del 2% del tasso d'espansione del G20. Sullo sfondo, il confronto Fed-Bce sulla politica monetaria, con un possibile passaggio del testimone sul 'quantitative easing' da Washington a Francoforte che porterebbe ad un ulteriore deprezzamento dell'euro. E i rischi, specie geopolitici, che potrebbero scompaginare ulteriormente il quadro già malfermo della ripresa a partire dall'Europa.
Continua ad essere la crescita, con un accento sugli investimenti, il 'mantra' dei ministri delle finanze e banchieri centrali del G20 che si riuniscono a Cairns, in Australia. L'agenda vede due sessioni sabato sulle 'strategie per la crescita' e 'strategie per gli investimenti', a testimonianza che il colpo della grande crisi finanziaria ancora non è assorbito del tutto. E che la ripresa resta una chimera in troppe parti del mondo avanzato - comprese Eurozona e in particolare Italia - e comincia a rallentare anche in alcune economie emergenti. E dunque nella città australiana il sostegno alla crescita con misure di stimolo monetario e di bilancio sarà il tema principale, assieme al rilancio degli investimenti, prima di cedere il posto, nella giornata di domenica, ai temi fiscali e di regolazione finanziaria.
A poche ore dall'inizio dei lavori, il segretario del Tesoro Jack Lew ha esortato il Giappone a "restare impegnato" al sostegno a domanda e crescita. Perché se la politica monetaria del Giappone resta espansiva come non mai, quella di bilancio ha subito una stretta sull'Iva che ha offuscato le rosee previsioni del premier Shinzo Abe. E le riforme, la terza delle tre 'frecce', restano al palo. Inevitabile, poi, il tema dei cambi.
La novità è che l'Eurozona è in qualche modo entrata a pieno diritto nella 'guerra delle valute', che potrebbe risolversi in una manovra attentamente concordata: la Fed cerca di orientare le attese dei mercati per una stretta monetaria futura (che però ancora non si vede), la Bce al contrario è sempre più in modalità espansiva. E nonostante il successo a metà del 'Tltro' di Draghi, s'impegna ad adottare ogni misura che allontani lo spettro della deflazione.
Il risultato dovrebbe, nelle aspettative, essere un ulteriore deprezzamento dell'euro ben sotto gli attuali 1,29 dollari, in grado di rilanciare l'export europeo. Anche se le incognite restano tante e ruotano sulle prossime mosse della Fed e sulla possibilità che la Bce si decida alla fine per il 'quantitative easing'. Proprio l'Eurozona è chiamata in causa direttamente per le sue scelte di bilancio, una politica complessivamente restrittiva su cui proprio la Bce ha dato segni di inversione di rotta.
L'idea è che la Germania si faccia carico della domanda interna risparmiando di meno laddove Paesi come l'Italia hanno ben pochi margini: ma il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble frena: c'è "troppa liquidità" sui mercati, dice, e quel che serve sono le riforme strutturali piuttosto che la spesa pubblica. L'Italia, caso vistoso di un'economia del G20 ancora in recessione tecnica, si è appena vista recapitare dal Fondo monetario internazionale la previsione di un 2014 in crescita negativa (-0,1%) e l'ipotesi di una manovra correttiva "condizionata alla crescita" assieme a un'azione "radicale".
Ma il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan incassa anche la promozione per l'agenda di riforme, con il Fmi che giudica il 'Jobs Act' un provvedimento che va nella giusta direzione, gli 80 euro dell'Irpef, e provvedimenti sui mini-bond per le pmi in due mesi che vanno proprio nella direzione del rilancio degli investimenti cui il comunicato finale del G20 dovrebbe dare ampio risalto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA