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Istat, 51 mila i disabili gravi e soli in Italia

Istat, 51 mila i disabili gravi e soli in Italia

Uno su cinque senza sostegno, uno su due è povero

ROMA, 15 ottobre 2014, 18:53

Redazione ANSA

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Un segnale di divieto d 'accesso ai disabili - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un segnale di divieto d 'accesso ai disabili - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un segnale di divieto d 'accesso ai disabili - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono 51 mila, in Italia, i disabili gravi soli, ovvero privi di famiglie che li sostengono e, entro il prossimo anno, ci saranno altri 2.300 nuovi individui che perderanno le persone che oggi si prendono cura di loro. E' la stima fornita dall'Istat nel corso dell'audizione, oggi, in Commissione Affari Sociali della Camera. "La loro situazione è la più critica", ha chiarito Laura Linda Sabbadini, direttore del Dipartimento Statistiche sociali e ambientali dell'Istat.

"Per loro - ha aggiunto - il 'Dopo di Noi' è già iniziato e si trovano in condizioni particolarmente critiche. Oltre 10 mila sono senza alcun sostegno, in più della metà dei casi dichiarano di avere risorse economiche scarse o insufficienti". I disabili gravi che invece vivono ancora con i genitori sono 260 mila e "vedranno aumentare un domani il rischio di esclusione ed emarginazione, se la società non sarà in grado di fornire loro il supporto delle cure e l'autonomia economica assicurata attualmente dalla rete famigliare". Metà di loro, infatti, "non riceve aiuti dai servizi pubblici, non si avvale di servizi a pagamento, né può contare sull'aiuto di famigliari non conviventi".

"Finalmente abbiamo una stima, un ordine di misura, fondamentale per poter legiferare con cognizione di causa" dichiara Ileana Argentin (PD), membro della Commissione Affari Sociali, dove si stanno mettendo a punto disposizioni normative in favore dei disabili gravi privi del sostegno famigliare. "Su questo dato - prosegue il deputato - possiamo ora lavorare per poter pensare di fornire in futuro un sostegno alle persone disabili e ai loro genitori, che vivono costantemente nell'ansia di non sapere chi si prenderà cura dei loro figli quando non ci saranno più". 

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