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Fine segreto bancario tra Italia e Svizzera, cosa succede

Fine segreto bancario tra Italia e Svizzera, cosa succede

Berna esce dalla black list, 'ma i grandi tesori non torneranno'

01 aprile 2015, 13:34

Redazione ANSA

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Il valico di frontiera tra Italia e Svizzera a Ponte Chiasso - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il valico di frontiera tra Italia e Svizzera a Ponte Chiasso - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il valico di frontiera tra Italia e Svizzera a Ponte Chiasso - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ci sono voluti 40 anni ma infine l’accordo siglato lunedì scorso, che segna la fine del segreto bancario tra Italia e Svizzera grazie allo scambio di informazioni, avrà sicuramente degli effetti sulla nostra economia e sui risparmiatori. Di fatto migliorano, dopo tre anni di negoziati, le relazioni in ambito finanziario e fiscale tra Berna e Roma.

La Confederazione elvetica esce così dalla black list dei paradisi fiscali permettendo a chi intende avvalersi della voluntary disclosure (la regolarizzazione spontanea dei capitali detenuti illegalmente in Svizzera) di beneficiare di condizioni migliori.

L'accordo si compone di due documenti. Uno giuridico che deve essere ratificato dai due Parlamenti e "un altro politico".
Quest'ultimo indica una road map da seguire per definire ulteriori questioni: da una parte quella dei transfrontalieri (da finalizzare entro la metà del 2015 e in cui è indicata la reciprocità e cioè anche i frontalieri svizzeri che lavorano in Italia saranno compresi nell'accordo) e, dall'altra, l'individuazione delle migliori soluzioni pratiche per Campione d'Italia, enclave italiana circondata dal territorio svizzero.

Il governo italiano punta molto, quindi, sul rientro dei capitali. Del gettito atteso non c'è nessuna stima ufficiale. Le cifre che circolano tra gli addetti ai lavori vanno dai 5 miliardi dell'ultimo scudo Tremonti fino a 6-6,5 miliardi di euro

Il primo scambio automatico di informazioni di carattere finanziario, infine, avverrà entro settembre 2018 con riferimento all'anno 2017.

Previsioni - "Potrebbero rientrare i capitali che hanno un importo inferiore ai 2 milioni di euro, su cui viene calcolato un reddito fisso del 5%, quindi su un milione sono 50mila euro, tassati al 27,5%". E' la previsione di Victor Uckmar, professore emerito di diritto tributario all'università di Genova, intervistato dal Quotidiano nazionale. "Per i patrimoni superiori ai 2 milioni di euro - spiega Uckmar - la legge è assolutamente indecifrabile e molto incerta, perché dopo la confessione al fisco il calcolo delle imposte viene sottoposto alla Procura della Repubblica, che può riaprire il caso a versamento già avvenuto. In pratica, è come dire a chi ha i soldi in Svizzera: se tornate vi cacciate nei guai". "Credo - aggiunge - che molti piuttosto rischieranno e se ne staranno lì dove sono".

 

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