Le distanze tra Grecia ed Europa sembrano accorciarsi: il ministro dell'economia Yanis Varoufakis vede un accordo "entro due settimane" e il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem apre ad una ristrutturazione del debito, ma solo dopo un'intesa sull'attuale completamento del programma. Intanto i negoziati proseguono ed andranno avanti per tutto il fine settimana, nella speranza di compiere dei progressi sufficienti perché l'Eurogruppo di lunedì possa mettere nero su bianco il riconoscimento degli sforzi greci, un passo che Atene spera consentirà alla Bce di sbloccare nuova liquidità, alzando il tetto alle emissioni elleniche a breve oppure ripristinando il 'waiver' che consente a Francoforte di dare prestiti diretti alle banche greche, sospeso da febbraio. L'obiettivo condiviso da Atene e Bruxelles è trovare una soluzione che eviti la bancarotta del Paese che martedì deve rimborsare altri 800 milioni di euro al Fmi. "Con Varoufakis abbiamo la volontà di muoverci nella stessa direzione, lavoriamo per avvicinare le nostre posizioni e lunedì nell'Eurogruppo mi aspetto progressi verso un accordo", ha rassicurato il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, in un dibattito a cui era presente anche il ministro greco che, dopo gli attacchi subiti a Riga, cerca di riguadagnarsi la stima dei colleghi. Varoufakis è stato a Parigi da Sapin, poi Roma da Padoan e domani da De Guindos a Madrid. E invia segnali positivi: "Siamo molto, molto vicini ad un accordo", ha detto oggi, "certo" in un'intesa entro due settimane. Anche se, precisa, la posizione negoziale di Atene non si sta allentando, e quindi non risponderà a tutte le richieste e non toccherà le pensioni. Intanto Dijsselbloem apre uno spiraglio sulla ristrutturazione del debito, ribadendo una posizione già nota ma significativa nel momento in cui la trattativa sembra finalmente accelerare: "la discussione su un alleggerimento del debito non è un tabù", anche se potrà avvenire "solo completato il secondo programma". Ma ricorda come sia "impossibile politicamente" una riduzione del suo valore nominale". Già a novembre scorso l'Eurogruppo si era detto disponibile a trovare una soluzione sul debito - ad esempio con l'allungamento delle scadenze - se a giungo, a conclusione del secondo programma, ci si fosse resi conto che il debito non è sostenibile.
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