Le città del centro-nord sono quelle che hanno il maggior numero di abitanti: 18 milioni, aumentati del 5,8% in dieci anni. Lo rende noto il Rapporto 2015 dell'Istat ('La situazione del Paese'), che colloca questi centri urbani in un primo gruppo di sistemi locali - su un totale di 7 - classificati sulla base della struttura demografica, della dinamica della popolazione e delle forme dell'insediamento residenziale. Quelli che l'Istat definisce 'raggruppamenti di sistemi', presenterebbero "una marcata caratterizzazione geografica che ricalca la dicotomia Centro-nord/Mezzogiorno e delinea nettamente le aree urbane e i territori a connotazione rurale".
Dopo 'le città del centro-nord' l'Istituto di statistica elenca 'la città diffusa', che raccoglie 94 sistemi con una popolazione di circa 12 milioni di abitanti (+11% in dieci anni), caratterizzata da un modello "insediativo" che genera consistenti flussi giornalieri di pendolarismo. A seguire 'il cuore verde', raggruppamento del centro-nord (circa 10 milioni di residenti), dove coesistono le aree montane dell'arco alpino, i distretti turistici dell'Italia centrale e delle località costiere, le aree a forte connotazione storico-culturale e di produzioni agricole di qualità. A seguire 'i territori del disagio', primo dei gruppi urbani del Mezzogiorno, che include realtà come la conurbazione napoletana, l'area urbana di Palermo e alcuni sistemi dell'hinterland di Bari (oltre 4,8 milioni di abitanti). Poi 'gli altri centri urbani meridionali', 4,7 milioni di abitanti, con una realtà caratterizzata da un mercato del lavoro con forti criticità e una complessiva staticità. A seguire 'l'altro Sud' (6,8 milioni), che nel Mezzogiorno esprime forti potenzialità, localizzato in aree non caratterizzate da eccessiva edificazione, elevato pregio naturalistico e ricco patrimonio storico-culturale. Infine 'il Mezzogiorno interno, raggruppamento che secondo l'Istat è composto da 140 sistemi localizzati lungo l'Appennino tra l'interno del Lazio e la Lucania, ma anche in Calabria, Sicilia interna e Sardegna centrale. Quest'ultima categoria include territori che si stanno spopolando da decenni, con una popolazione essenzialmente anziana e un mercato del lavoro asfittico.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA