Una decisione sul rinnovo, o meno, dei contratti nel pubblico impiego, fermi dal 2010, ancora non è stata presa e il nodo sarà sciolto solo con la legge di Stabilità, in autunno, ma di certo il tema verrà discusso, con "l'auspicio di riaprire il prima possibile" la negoziazione, spiega il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, parlando al Forum P.a subito dopo la contestazione dei lavoratori dell'Usb, che, saliti sul palco della kermesse, era successo anche l'anno scorso, hanno interrotto l'intervento del ministro, chiedendo proprio lo sblocco degli aumenti salariali.
La questione è comunque destinata a tenere banco anche nelle prossime settimane, visto che il 23 giugno la Consulta si pronuncerà sulla costituzionalità dello stop. Ovviamente tutto gira intorno alle risorse a disposizione e quindi intorno alla ripresa: "prima pensiamo a chi un lavoro non lo ha, poi a chi guadagna meno. Portato tutto il Paese fuori dalla crisi possiamo tornare a parlare di dialettica contrattuale", puntualizza Madia. Si fanno invece più chiari i contorni sulle linee guida per i trasferimenti dei dipendenti pubblici, il ministro infatti sottolinea come il decreto sui criteri per la mobilità è "in uscita".
Il provvedimento attua quanto previsto dalla passata legge di Stabilità e rappresenta uno degli strumenti indispensabili per gestire la ricollocazione dei circa 20 mila esuberi delle Province. Nei casi in cui ci sia una situazione di parità di punteggio a fare la differenza saranno dei parametri, che il ministro così esemplifica: verrà data priorità a chi "ha la 104", la legge che tutela i dipendenti con gravi problemi di salute o quanti devono assistere parenti con disabilità. Gli altri criteri a cui si ricorrerà sono la presenza o meno di figli piccoli e l'anzianità. Per i lavoratori delle Province che si trovano in grandi Regioni, da quanto trapela, non ci dovrebbero essere forti difficoltà. Le Regioni più rilevanti sarebbero infatti in grado di riassorbire la maggior parte dei dipendenti in soprannumero.
Chi rimane fuori dovrebbe essere ricollocato nei Comuni e in ultima istanza nella P.A. centrale. Ma anche su questo fronte la mobilitazione è in atto con i sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil che in mattinata daranno vita a diverse iniziative di protesta in tutta Italia. Insomma dopo la contestazione al Forum Pa, con la consegna al ministro di un Pinocchio di legno sotto l'hashtag 'Madiabugia', si preannuncia un'altra giornata movimentata. C'è però un cantiere ancora più ampio ed è quello della riforma della P.A. che il ministro dice di voler chiudere "massimo entro l'autunno".
Il ddl contiene quella che Madia non ha esitato a definire "un'operazione rivoluzionaria" diretta a cambiare nel profondo le forze di polizia, non si tratta solo di razionalizzare i centri di spesa, portare i corpi da 5 a 4 con l'addio alla Forestale, ma anche di eliminare "le duplicazioni di funzioni", così che ogni forza sia specializzata. Un altro caposaldo della riforma è la digitalizzazione, che intanto procede anche su altri binari: dalla fatturazione elettronica (73 mila al giorno, con una quota di scarto scesa al 12,4%) al processo civile telematico (3 milioni di atti depositati da avvocati e professionisti e 2,3 milioni da magistrati), stando ai dati forniti durante il Forum P.A.
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