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Scala mobile, una storia di accordi e scontri

Scala mobile, una storia di accordi e scontri

10 giugno 2015, 21:08

Redazione ANSA

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Quella della ''scala mobile'', cioe' del meccanismo che consente automaticamente il recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni al crescere del costo della vita, e' una storia lunga, fatti di accordi, scontri e disdette.

La prima intesa venne raggiunta il 6 dicembre del 1945 con efficacia per le sole province settentrionali. Il 23 maggio del 1946 l'accordo fu esteso anche alle altre regioni. Cinque anni dopo (il 21 marzo 1951), l'intesa venne perfezionata con la definizione del valore unico del punto di contingenza, la cadenza trimestrale delle variazioni dei prezzi, calcolati su di un paniere che ha poi subito modificazioni in rapporto al cambiamemto dei consumi.

Il 15 gennaio del 1957, con un nuovo accordo, il valore del punto di contingenza che era uniforme per tutte le qualifiche - pur essendo diverso per sesso ed eta' - venne differenziato anche in rapporto in funzione dei livelli professionali. Il valore cresceva progressivamente con i livelli professionali.

Nel 1960 l'accordo sulla scala mobile venne esteso a tutti i lavoratori senza differenze di sesso. Nel dicembre del 1968 un accordo tra l'intersind e cgil, cisl e uil vanifico' defintivamente la contingenza a livello nazionale. Poco dopo la stessa intesa venne sottoscritta dalla confindustria.

L'accordo firmato il 25 febbraio del 1975, modifico' il meccanismo, prevedendo il conglobamento della contingenza nei minimi tabellari e la graduale unificazione del punto.

 Due decreti legge nel 1977, emanati soprattutto per contenere la crescita dell'inflazione, bloccarono, l'uno, la contingenza per 18 mesi, l'altro servi' per sopprimere la contingenza maturata successivamente al primo febbraio dello stesso anno, dal calcolo dell'indennita' di anzianita', e delle scale mobili cosiddette ''anomale''.

Il primo giugno del 1982 la confindustria, seguita poco dopo dall'intersind, disdetto' l'accordo sulla scala mobile.

Il 22 gennaio del 1983 si arrivo' ad una nuova intesa, grazie anche alla mediazione dell'allora ministro del lavoro, Enzo Scotti. Il punto di contingenza venne trasformato da ''leggero'' a ''pesante'' con l'intento di attenuare la sensibilita' rispetto alle variazioni del costo della vita. Ne nacque una controversia sui ''decimali '' di punto che la confindustria non intendeva pagare.

Intanto il 14 febbraio del 1984 un decreto (il ''decreto di San Valentino'', emanato con l'accordo solo di Cisl e Uil), predeterminava gli scatti della contingenza, congelando quattro punti. Rimaneva aperta la vicenda dei decimali. Un referendum abrogativo sulla legge che aveva recepito l'accordo, promosso dal pci, non ottenne il consenso deglli elettori.

Il 10 giugno 1985, subito dopo la chiusura delle urne, la Confindustria disdetto' nuovamente l'intesa. L'8 maggio del 1986 la Confindustria aderi' al testo dell'intesa gia' raggiunta per il pubblico impiego tra il governo e i sindacati.

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