Sei giorni di ritardo: secondo le regole, che pure non prevedono sanzioni, la Legge di Stabilità dovrebbe essere presentata alle Camere entro il 15 ottobre, così come si legge anche sul sito del Tesoro, ma deputati e senatori sono ancora in attesa del testo della manovra 2016. Prassi, a dire il vero, condivisa dalla maggioranza dei governi: negli ultimi cinque anni ad esempio solo l'Esecutivo Monti ha rispettato la tabella di marcia. La scadenza, che un tempo era fissata al fine settembre, è stata posticipata a metà ottobre con la riforma che ha mandato in soffitta la vecchia Finanziaria e che negli intenti avrebbe dovuto trasformare il provvedimento in un testo solo 'tabellare'. Ma così come, con il tempo, la legge di stabilità è tornata a essere un testo ricco di norme chiave per la politica fiscale ed economica, ugualmente i tempi di presentazione dei documenti al Parlamento non sono stati rigidamente rispettati.
L'ultimo governo Berlusconi (2011), diede il via libera in Consiglio dei ministri il 14 ottobre ma consegnò il testo dopo qualche giorno e la sessione di Bilancio (l'inizio dell'esame in Parlamento) iniziò ufficialmente il 20 del mese. L'anno successivo, quando al governo c'era Mario Monti il testo fu licenziato il 10 ottobre e arrivò alla Camera, dove quell'anno iniziava l'iter, in zona cesarini dopo cinque giorni. Poi fu la volta dell'Esecutivo Letta che approvò la manovra il 15 in Cdm e che vide l'avvio della sessione di Bilancio il 23 ottobre, con una settimana di ritardo. Infine, i governi Renzi: lo scorso anno, il testo arrivò al Quirinale ufficialmente il 21 ottobre mentre ancora si attendeva la bollinatura della Ragioneria e fu trasmesso alle Camere il 23 ottobre e contestualmente fu annunciato l'inizio della sessione di bilancio.
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