Sono 3 milioni le famiglie italiane "in difficoltà" con il pagamento delle spese per la casa, oltre una su 10. Mentre la legge di stabilità in esame al Senato, cancella la Tasi, con la promessa del governo di non farvi mai più ricorso, l'Istat calcola il peso di mutuo, imposte, affitto e utenze su proprietari e inquilini. Nel 2014 i nuclei familiari che si sono ritrovati in arretrato con i pagamenti anche solo delle bollette sono stati l'11,7% del totale. Le "sofferenze" nell'adempiere ai versamenti dovuti sono spesso legate all'impossibilità di stare al pari con l'affitto. Secondo i dati raccolti nella documentazione che l'Istituto di statistica ha consegnato al Parlamento, in occasione delle audizioni sulla manovra, infatti, il 10,2% delle famiglie si è trovata in ritardo con i pagamenti delle bollette per le utenze domestiche; tra le famiglie in affitto il 16,9% si è trovata in arretrato con il pagamento, mentre il 6,3% delle famiglie con il mutuo da pagare si è trovato in arretrato con una o più rate. Sul fronte affitti potrebbero presto arrivare novità nella Legge di Stabilità. "I dati - afferma il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - dimostrano, da un lato, quanto importante sia stata la decisione di eliminare la tassazione sulla prima casa e, dall'altro, quanto urgente sia accompagnare tale intervento con l'adozione di misure che favoriscano l'affitto, attraverso una almeno parziale detassazione degli immobili locati".
Non la pensa così, invece, Susanna Camusso. Per il leader della Cgil ''servono politiche sociali'' perchè ''togliere la Tasi non aiuterà il problema della povertà''. Il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, invece, propone che la detassazione della prima casa sia legata al reddito, per darla ai pensionati più poveri, rendendola ''sociale e progressiva''. Lo spaccato dell'Istat entra ancora più nel dettaglio. L'esposizione delle famiglie al ritardo nei pagamenti delle spese per la casa, evidenziano i tecnici dell'Istat, "si associa nettamente all'onerosità delle spese stesse e, in particolare, alla loro incidenza sul reddito disponibile". Infatti, le categorie di famiglie maggiormente interessate dal problema sono quelle del "quinto", ovvero della fascia di reddito, più povero (29,2% sono state in arretrato con le spese per la casa, pari a 1 milione e 505mila famiglie) e, più in generale, quelle in affitto (27,6%, 1 milione e 320mila) o quelle gravate da un mutuo per la casa (14,8%, 561mila).
Sui mutui, comunque, alcuni dati arrivano dall'Abi. E sembrano raccontare delle difficoltà provocate dalla crisi. Tra il novembre 2009 e l'ottobre 2015 sono state 123.630 le famiglie che hanno potuto sospendere il pagamento delle rate dei mutui per un debito residuo pari a 13,3 miliardi di euro. Ma non sono solo le spese per affitto e mutui che mettono in difficoltà le famiglie. Le spese per l'abitazione (condominio, riscaldamento, gas, acqua, altri servizi, manutenzione ordinaria, elettricità, affitto, mutuo) costituiscono infatti una delle voci principali del bilancio familiare. Una percentuale tutt'altro indifferente delle entrate di ogni nucleo viene infatti automaticamente assorbito ogni mese all'interno delle mura di casa. Nel 2014, rileva ancora l'Istat, l'esborso medio di una famiglia per queste spese è stato di 357 euro mensili, a fronte di un reddito netto di 2.460 euro mensili, con un peso del 14,5%. La casa sembra essere più costosa per chi vive nelle Regioni settentrionali e nelle grandi città. Le spese risultano infatti più onerose nel Nord (15,2%) e nei Comuni centri di aree metropolitane (16,1%).
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