L'economia italiana 'riparte' anche se non sono pochi, dopo gli ultimi atti di terrorismo, i rischi di rallentamento a corsa appena iniziata. "Dopo 3 anni di recessione - dice Matteo Renzi - siamo ripartiti. La velocità di crescita dipenderà adesso da consumi interni e investimenti". Ma certo non è più tempo di austerità secondo il premier che spiega come in Europa occorra riscoprire "di avere dei valori e non soltanto dei numeri perché negli ultimi mesi e anni è come se l'Ue fosse solo nelle mani di chi professa rigore, austerity".
L'analisi del premier fa eco alle parole pronunciate in mattinata dal ministro dell'economia Pier Carlo Padoan anche se l'Istat nel frattempo fornisce la 'foto' di un andamento 'moderato' della crescita anche nell'ultimo trimestre.
La crescita e il lavoro "stanno tornando", dice Padoan. Ma si tratta ancora di una crescita dello 'zero virgola' tanto che l'Istat rifà i conti e appunto prevede per fine anno un Pil a +0,7%. Per il quarto trimestre, il modello di previsione di breve indica infatti una crescita congiunturale del Pil reale pari a +0,2%, con un intervallo di confidenza compreso tra 0 e +0,4%. "La crescita ottenuta dal confronto tra i dati trimestrali corretti per i giorni lavorativi del 2015, che includono la previsione per il quarto trimestre, con quelli del 2014 è pari allo 0,7%". Ma a fine anno la crescita "grezza" del Pil potrebbe essere superiore allo 0,7% stimato dall'Istat. Il dato dell'Istituto è infatti "corretto per giorni lavorati" e tiene conto quindi del fatto che nel 2015 ci sono 3 giornate lavorative in più sul 2014. Il dato annuale, atteso il 1 marzo 2016, viene invece misurato "grezzo", senza correzione per i giorni lavorativi. L'Upb nei giorni scorsi ha stimato in uno 0,1% lo scarto fra dato grezzo e corretto. Anche la stima del governo contenuta nella Nota al Def, pari a +0,9%, è "grezza".
Padoan, dal canto suo, ribadisce la sua analisi e la sua ricetta: "dopo tre anni di profonda recessione la crescita e l'occupazione stanno ritornando" ma per rendere "sostenibile" questa ripresa il Governo "intende proseguire la sua strategia di riforme strutturali con un nuovo round di azioni per la crescita". E in particolare saranno le privatizzazioni a dare "maggiore trasparenza, maggiore competitività e una migliore corporate governance". Inoltre "le risorse per le privatizzazioni ridurranno il debito e rafforzeranno le società aprendole ai mercati finanziari e agli investitori internazionali così come per Eni ed Enel" aggiunge, ricordando che "Poste è stata la più grande Ipo europea". La speranza è inoltre sempre quella di attrarre capitali: "l'Italia sta diventando sempre più attraente per gli investitori grazie alle riforme strutturali e alla ritrovata stabilità finanziaria".
Questo anche perche' la nostra governance "assicura trasparenza e protezione degli investitori".
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