Sarebbero 4-5 le banche e gruppi cooperativi che non intenderebbero aderire al gruppo unico del settore disegnato dalla riforma approvata nella notte dal Cdm.
E' quanto riferiscono fonti del settore che si dicono non preoccupate" per la solidità del patrimonio della futura holding. La riforma prevede l'obbligo di adesione al gruppo unico o la trasformazione in spa (facendo salve le riserve con il pagamento del 20%) per i gruppi con patrimonio sopra i 200milioni. Per queste fonti i candidati all'uscita sono "quelli che fin dal primo giorno hanno espresso critiche alla riforma e in certi casi non voluto trovare una mediazione" e potrebbero essere "le Bcc facenti capo al gruppo toscano Cabel, la Chianti Banca che sta da qualche mese facendo acquisizioni, la Banca di Bologna, la Cassa Padana e forse qualcuno al Sud". "Non è escluso che altri possano aggregarsi per raggiungere i 200 milioni ma comunque potranno arrivare a un totale di 1,2 miliardi sui 18 complessivi del sistema".
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