La parola chiave per capire gli obiettivi di Vivendi e la prossima strategia di Telecom è ''convergenza'': disegna un futuro dove l'integrazione tra reti tlc e contenuti sarà assoluta. Ma se questo è il tema centrale, ci sono altri tre concetti chiave: risparmi, investimenti, banda ultralarga. Già perche' l'uscita dell'amministratore delegato Marco Patuano da Telecom prelude ad una accelerazione del piano per la realizzazione della banda ultralarga, quella velocissima che consente di scaricare contenuti video. La campagna d'Italia degli azionisti di Vivendi, la compagnia francese guidata dal bretone Vincent Bollorè e che ora detiene il 24,9% della società italiana, punta senza nasconderlo ad una massiccia ''convergenza'' tra reti e media.
E' salita fortemente nell'azionariato partendo dall'8,3% incamerato meno di un anno fa dalla cessione della brasiliana Gvt agli spagnoli di Telefonica. Ma contemporaneamente sta trattando un'alleanza con Mediaset Premium. Con Canal+ nascerebbe un gigante integrato delle comunicazioni. Mentre fuori si intrecciano strategie e alleanze, dentro Telecom il lavoro sarà quello di passare a setaccio i costi per evidenziare risparmi che finanzino gli investimenti. Ecco quindi il filo rosso che partendo dal taglio dei costi arriva agli investimenti che si traducono in banda larga per la convergenza tra reti e media. Al momento Telecom prevede 600 milioni di risparmi nei tre anni nei quali ha programmato 12 miliardi di euro di investimenti, il più grande piano di una società privata in Italia. Una maggiore riduzione dei costi sarebbe tra i punti di divergenza tra Patuano e i francesi, che avrebbero chiesto un ulteriore taglio di un miliardo. Non è un mistero per nessuno che gli azionisti di Vivendi, avendo investito molte risorse su Telecom, vogliano anche una maggiore redditività. La svalutazione di Tim Brasil, che ha portato in rosso i conti di Telecom per 72 milioni, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Ecco allora che la partita sulla rete ultralarga si giocherà sulle aree a maggior ritorno economico, magari lasciando ad intese con altri operatori (o l'Enel) quelle a fallimento di mercato, dove solo con un ombrello statale è possibile investire. In questa chiave sarà fatta anche la valutazione del progetto con Metroweb, che è uno dei dossier ora sul tavolo. Se il piano industriale e la governance staranno in piedi, i francesi si sono già espressi a favore. Da sciogliere, invece, è ancora il nodo della vendita delle torri di Inwit: la ''valorizzazione è in corso'', spiegano a Telecom, parlando delle due offerte vincolanti arrivate da Cellnex/F2I ed EI Towers.
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