Roma, 19 maggio - L'estensione del bonus di 80 euro anche ai pensionati, la completa parificazione fiscale con il lavoro dipendente, la separazione tra previdenza e assistenza e la rivalutazione piena degli assegni bloccati nel 2012-13: sono alcune delle richieste al Governo che i pensionati di Cgil, Cisl e Uil hanno portato in piazza a Roma. Ma sulle possibili risposte del Governo anche sulle altre questioni aperte, a partire dalle modifiche alla legge Fornero sulla previdenza, i sindacati si sono divisi, con la Cgil e la Uil pronte a rispondere con lo sciopero generale alla mancanza di soluzioni e la Cisl che frena. "Se non ci saranno risposte alle richieste dei pensionati e a quelle delle confederazioni sulla modifica della legge Fornero sulla previdenza - ha detto il numero uno della Cgil, Susanna Camusso - è perfettamente ragionevole pensare ad uno sciopero generale. Le cose si fanno così manifestando e scioperando se le risposte non ci sono".
Il Governo incontrerà i sindacati per discutere di pensioni e lavoro martedì prossimo, 24 maggio, ma l'incontro dovrebbe essere per ora prevalentemente dedicato all'ascolto dato che l'argomento previdenza sarà trattato in legge di stabilità. Nelle trattative - ha detto il leader Uil, Carmelo Barbagallo - "si cerca di discutere e trovare una soluzione ma se la soluzione non si trova non c'è altro da fare che lottare. Se dal governo non ci sono risposte lo sciopero è inevitabile". "Quando si aprono trattative - ha frenato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan - si deve volere con forza una buona conclusione. Il 24 maggio vado con questo spirito, ovvero che con il dialogo anche la peggiore legge pensionistica riusciamo a cambiarla. Prima di parlare di sciopero dobbiamo parlare di contenuti". "80 euro, chi li ha visti?", "Non siamo il vostro bancomat", meno tasse sulle pensioni, erano alcuni degli slogan che si leggevano oggi in piazza del Popolo gremita, secondo gli organizzatori, da 60.000 pensionati. ''Vogliamo pagare le tasse come i lavoratori dipendenti - ha detto il numero uno dello Spi-Cgil - Ivan Pedretti - perchè adesso paghiamo di più. E chiediamo che il bonus di 80 euro al mese sui redditi da lavoro più bassi sia esteso anche a quelli da pensione nella stessa soglia". Il confronto tra Governo e sindacati comunque si preannuncia in salita: l'Esecutivo punta a soluzioni differenziate a seconda delle situazioni privilegiando nell'accesso alla pensione chi ha perso un lavoro e ha redditi bassi ipotizzando invece penalizzazioni e costi più consistenti per chi pur avendo un lavoro stabile vuole lasciarlo, per chi ha un'attesa di pensione più alta e per chi può contare su più anni calcolati con il sistema retributivo invece che con il contributivo. Ma sulle penalizzazioni, ovvero la riduzione dell'assegno pensionistico per chi anticipa l'uscita dal lavoro rispetto all'età di vecchiaia, il sindacato frena sottolineando che sono "poco praticabili". Cgil Cisl e Uil chiedono soluzioni "socialmente" eque e che tengano conto più di questo aspetto che di quello economico.
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