Continua a calare la fiducia delle famiglie, mentre è in rialzo quella delle imprese. L'Istat registra per i consumatori a maggio una diminuzione dell'indice a 112,7 punti da 114,1 del mese precedente. E' il livello più basso da agosto dello scorso anno nonostante i progressi della componente personale del clima. Per le imprese, invece, l'indice Iesi aumenta a 103,4 da 102,7. Su questo andamento influiscono anche le diverse procedure di calcolo per l'indice aggregato e quelli settoriali, che risultano tutti in calo.
Il clima di fiducia scende infatti nella manifattura (a 102,1 da 102,7), nelle costruzioni (a 120,4 da 121,2), nei servizi di mercato (a 107,4 da 107,9) e nel commercio al dettaglio (a 100,9 da 101,9). Per i consumatori diminuiscono la componente economica della fiducia, quella futura e quella corrente. I giudizi e le attese sulla situazione economica del Paese peggiorano così come le aspettative sulla disoccupazione, mentre aumenta il saldo relativo alle attese sui prezzi per i prossimi 12 mesi. Guardando alle imprese più in dettaglio, nella manifattura peggiorano i giudizi sugli ordini mentre le attese sulla produzione rimangono stabili. Nelle costruzioni migliorano i giudizi sugli ordini e piani di costruzione e peggiorano le attese sull'occupazione. Nei servizi migliorano le attese sugli ordini ma peggiorano i giudizi sugli ordini e le attese sull'andamento dell'economia. Nel commercio al dettaglio peggiorano le attese sulle vendite future, rimangono stabili i giudizi su quelle correnti e il saldo sulle scorte.
Codacons, temiamo estate 'fredda' per i consumi - "La riduzione dell'indice relativo alla fiducia è un pessimo segnale per l'economia nazionale, e si rifletterà in modo diretto sulla propensione alla spesa da parte delle famiglie nel breve termine". Lo afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, commentando i dati Istat. "Temiamo - aggiunge - che l'ennesimo calo della fiducia registrato a maggio sia il preambolo di una estate 'fredda' per gli italiani sul fronte dei consumi, in un momento in cui al contrario servirebbe sostenere la domanda interna. Se le famiglie sono meno ottimiste sul futuro, infatti, saranno indotte a ridurre i budget di spesa e a rimandare a periodi migliori gli acquisti".
Il calo della fiducia dei consumatori rilevato dall'Istat a maggio è, secondo Federconsumatori e Adusbef, "un dato inevitabile, vista la situazione di profonda crisi in cui ancora versano le famiglie". "Questo dato deve far riflettere molti, in primis il Governo, che è ora chiamato ad agire concretamente per avviare una ripresa finora solo annunciata." - dichiarano i presidente delle due associazioni, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, che chiedono di abbandonare il megafono e lavorare per la realizzazione di un Piano Straordinario che, attraverso il rilancio dell'occupazione, sia in grado di dare nuovo impulso e nuove prospettive al nostro sistema economico.
Unione consumatori, tasche consumatori sono vuote - "Le parole non bastano se le tasche sono vuote. Capiamo l'esigenza politica di incutere fiducia ed instillare ottimismo, rassicurando gli italiani. Ma alla fine i nodi vengono sempre al pettine". commenta così i dati Istat sulla fiducia il segretario dell'Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona. "Peggiorano non solo i giudizi e le attese sulla situazione economica del Paese ma anche le aspettative sulla disoccupazione, nonostante sia il fronte sul quale sono stati ottenuti i maggiori successi. Questo dovrebbe indurre il Governo ad un cambio di passo" conclude Dona.
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