Troppe banche, troppi sportelli, troppi dipendenti. A pesare sulla bassa redditività degli istituti di credito è anche il loro numero e "l'intensa competizione" che ne consegue. Mario Draghi passa al contrattacco e respinge così le critiche rivolte alla politica monetaria della Bce, colpevole - secondo le accuse - di aver ridotto con tassi di interesse troppo bassi i margini di profitto delle banche. "I bassi tassi di interesse tendono a comprimere i margini di interesse netti a causa della rigidità verso il basso dei tassi sui depositi", ha riconosciuto il presidente della Bce. Ma anche "l'overbanking" (il numero eccessivo di banche) che caratterizza l'Europa "è una causa dell'attuale basso livello di redditività". "La sovraccapacità in alcuni settori nazionali comporta una concorrenza intensa, inasprisce la riduzione dei margini, implica che il settore non opera in modo più efficiente", elemento che, ha spiegato il presidente della banca centrale, "costituisce una delle ragioni del rapporto costi/ricavi alto in alcuni Paesi". L'invito è quello ad un sostanziale svecchiamento. "Nel più ampio contesto di eccesso generalizzato di capacità produttiva e di innovazione tecnologica, alcune banche - ha insistito Draghi - dovranno rivedere i loro modelli di business per sostenere la redditività". Secondo le statistiche della Bce, in Europa sono aperti in media 37 sportelli ogni 100.000 abitanti. Ad alzare il livello sono sopratutto i Paesi mediterranei: Spagna (66,9 sportelli), Francia (56) e Italia (50). Non a caso, il governo italiano, a partire da Matteo Renzi, si è più volte espresso per l'opportunità di un ridimensionamento. Ma anche in Germania, patria delle Sparkasse, la media è più alta di quella europea, con oltre 41 sportelli ogni 100.000 abitanti. I dati sono ancora più lampanti nei numeri assoluti: a inizio anno la Germania contava 1.768 banche con 35.284 sportelli, l'Italia 650 con 30.723 sportelli. E forse non è nemmeno un caso che sia proprio dalla Germania e dai banchieri tedeschi che arrivano puntualmente le critiche più accese alla politica monetaria di Francoforte. Dall'Eurotower è intanto arrivato un nuovo monito ai Paesi ad alto debito (leggi quindi anche Italia) perché compiano "ulteriori sforzi di risanamento". "Questi Paesi - si legge nell'ultimo Bollettino Bce - sono particolarmente vulnerabili a un aumento dell'instabilità nei mercati finanziari o a una risalita dei tassi di interesse". Il percorso consigliato è quindi quello della "piena conformità" al patto di stabilità. Alla stoccata sul debito si contrappone però, per l'Italia, il plauso al Jobs act. "La riforma del mercato del lavoro introdotta in Italia nel 2015 - si legge nel Bollettino - ha contribuito al rinnovato dinamismo dell'occupazione nel paese negli ultimi trimestri".
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