Potranno accedere all'Ape agevolata i disoccupati, disabili e alcune categorie di lavoratori impegnati in attività faticose purchè abbiano un reddito inferiore ai 1.350 euro lordi. Lo riferisce il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti uscendo dall'incontro di oggi con il governo. Per queste categorie il costo dell'anticipo pensionistico, attraverso un reddito ponte, sarà a carico dello stato. L'Ape partirà dal 1 maggio 2017.
Per accedere all'Ape agevolata sarà necessario avere almeno 36 anni di contributi complessivi se si rientra nelle categorie dei lavori gravosi (gli ultimi sei dei quali effettuati nell'attività gravosa) e 30 anni se si è disoccupati, disabili o parenti di primo grado conviventi di disabili per lavoro di cura. Lo spiega la Cgil. I sindacati chiedono di ridurre questo livello.
Pensioni, si cambia, novità e nodi da sciogliere
La platea che accederà all'ape agevolata - Il governo inserirà nella platea dell'Ape agevolata, oltre ai disoccupati, i disabili e i parenti dei disabili, anche alcune categorie di attività faticose come le maestre, gli operai edili e alcune categorie di infermieri. Proietti ha spiegato che saranno inclusi anche i macchinisti e gli autisti di mezzi pesanti. Il governo quindi, ha detto il sindacalista, scriverà ulteriori categorie oltre quelle previste già dalla normativa sui lavori usuranti.
Cgil, 30 anni contributi sono troppi - "Il governo Renzi si rimangia la parola: 30 anni di contributi invece di 20 per Ape social. Gli antibiotici a Matteo Renzi non fanno effetto". E' quanto scrive la Cgil in un tweet, dopo l'incontro a Palazzo Chigi.
#Pensioni su #APE agevolata il Governo cambia carte in tavola https://t.co/MpAlKWkQhr
— CGIL Nazionale (@cgilnazionale) 14 ottobre 2016
"Sull'Ape agevolata il Governo ha cambiato le carte in tavola", afferma poi una nota della delegazione Cgil presente all'incontro, in cui si spiega che l'Esecutivo "propone un requisito contributivo di 36 anni sulla platea dei lavori gravosi (e di 30 anni sulle altre tipologie), questione mai emersa in questi mesi di confronto". L'Ape agevolata, prosegue, "è una prestazione di 'reddito ponte' che consente l'anticipo a 63 anni rispetto alla pensione di vecchiaia, che prevede come requisito di accesso 20 anni di contributi. Ciò - sottolinea - rischia di vanificare lo sforzo fatto al tavolo nell'individuazione delle categorie da inserire nei lavori gravosi, sulle quali, peraltro, auspichiamo che non si facciano passi indietro". Sui precoci, invece, "se i testi finali corrisponderanno a quanto detto al tavolo - dichiara la Cgil - esprimiamo un giudizio positivo per il recupero del lavoro di cura come requisito della platea, pur nel limite generale dell'intervento". "In ogni caso - conclude la nota - un giudizio compiuto sarà possibile solo quando potremo prendere visione degli articolati, perché vi sono anche altri elementi non pienamente definiti. Articolati che nonostante esplicita richiesta, il Governo non ha inteso rendere ancora disponibili".
Per Ape volontaria restituzione prestito 4,5% anno - La rata di restituzione del prestito in caso di anticipo pensionistico su base volontaria sarà pari a circa 4,5-4,6% per ogni anno di anticipo sulla pensione. Lo spiega il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, al termine dell'incontro avuto con il governo questa mattina. Proietti ha spiegato che il governo stanzierà delle risorse per questa misura, dato che il 4,5% annuo non copre il costo degli interessi dell'assicurazione e di una parte del capitale del prestito pensionistico, che sarà restituito in 20 anni una volta che il lavoratore sarà andato in pensione.
Precoci fuori con 41 anni se categoria Ape Social - Potranno andare in pensione anticipata con 41 anni di contributi i lavoratori precoci, ovvero quelli che hanno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni se disoccupati o se parte delle categorie previste per l'Ape social (lavoratori edili, maestre d'infanzia, alcune categorie di infermieri, etc). Lo riferisce il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, spiegando che è "importante che sia passato il principio che con 41 anni di contributi si possa andare in pensione". In pratica i lavoratori precoci possono andare quindi in pensione con 41 anni di contributi, prima di aver raggiunto i 63 anni di età, limite previsto per l'accesso all'Ape agevolata. Il governo - ha aggiunto Proietti - ha anche confermato l'intenzione di togliere la penalizzazione (che sarebbe dovuta tornare nel 2019) per chi va in pensione prima dei 62 anni.
Camusso, all'ultimo criteri per escludere - "Se penso alle donne che hanno grande discontinuità contributiva, se penso al Mezzogiorno, vuol dire aver inventato all'ultimo giro dei criteri per escludere le persone". Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, sulle novità che riguardano l'accesso all'Ape social. Parlando di quanto annunciato oggi a Roma, Camusso ha detto che ci sono "nuove barriere, una di 30 e una di 36, che riteniamo siano inventate esclusivamente per ridurre la platea".
Furlan, discussione aperta, bel pezzo fatto - "La discussione è aperta, andremo avanti con il nostro lavoro, un bel pezzo è già stato fatto con soddisfazione per tanti lavoratori, giovani e pensionati, altro è in cantiere". Così il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan commenta da Firenze le novità di stamani arrivate da Palazzo Chigi sulle pensioni, in particolare sull'Ape sociale, "per noi importante perchè rivolto ai lavoratori che hanno perso lavoro, senza ammortizzatori sociali, con problemi di salute, e soprattutto per coloro che fanno lavori particolarmente gravosi". Secondo Furlan, che ha parlato a margine del Festival delle Generazioni in corso a Firenze, è importante il lavoro fatto sulla soglia dell'Ape sociale, ma anche "su quelli che sono i lavori particolarmente gravosi e ne abbiamo nel pubblico come nel privato". Il segretario della Cisl ha quindi sottolineato il lavoro fatto "in favore dei giovani, sulla ricongiunzione gratuita e sull'alternanza scuola-lavoro, assolutamente indispensabile".
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