I sindacati di base hanno indetto per venerdì 21 ottobre una giornata di sciopero generale che coinvolgerà molti settori - dai trasporti alla sanità – scuola compresa. Ai cortei che si svolgeranno nelle principali città italiane parteciperanno, dunque, anche docenti e personale di supporto, in particolare quelli che aderiscono ai sindacati Unicobas/scuola, USI, USB e Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente. Ma a scuola ci si va o no? Ecco cosa spiega Skuola.net.
LEZIONI A RISCHIO - Dal punto di vista degli studenti, il rischio principale sarà legato non solo agli spostamenti per andare a scuola ma soprattutto alle lezioni. Anche se non tutti aderiranno, i professori che vorranno farlo avranno il diritto di scioperare. In quei casi le lezioni programmate salterebbero, anche perché le norme prevedono che i lavoratori che scioperano non possano essere sostituiti da altri colleghi.
L’ASSENZA NON E’ GIUSTIFICATA - Le lezioni, quindi, in teoria si svolgono regolarmente, a meno che il prof non decida di unirsi alla protesta. Un ottimo motivo per non andare a scuola. Ma, attenzione, perché verrà considerata una normale assenza, obbligando gli studenti a portare una giustificazione al ritorno in classe. La logica vorrebbe che, essendo lo sciopero un fatto non dipendente dalla volontà dell’alunno, sia questa di per sé la giustificazione. Ma, molto spesso, le scuole non considerano questo punto.
SOLO LA SCUOLA PUO’ SALVARVI - Neanche a dire che gli studenti possano appellarsi al diritto di sciopero anche voi, perché non sono lavoratori (gli unici a cui spetta l’esercizio di tale diritto). Sono, perciò, obbligati a rispettare l’obbligo di frequenza. A meno che la scuola, di fronte a un’assenza massiccia di docenti, decida di interrompere le lezioni abbonando di fatto l’assenza agli alunni: in questo caso, la comunicazione viene data con apposita circolare dal dirigente scolastico.
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