Stretta in arrivo sulle visite fiscali con regole uniformi per lavoratori dipendenti pubblici e privati: il presidente dell'Inps, Tito Boeri, si è detto convinto della necessità di equiparare le regole sulle fasce di reperibilità in malattia con "almeno sette ore" giornaliere obbligatorie a casa per tutti e quindi con l'estensione delle fasce di reperibilità per il privato adesso pari a quattro ore complessive (a fronte delle sette per i lavoratori pubblici). I controlli sulla malattia, secondo quanto previsto dalla riforma della pubblica amministrazione, saranno tutti in capo all'Inps, anche quelli sui dipendenti pubblici finora effettuati dalle Asl. Ma l'armonizzazione delle fasce di reperibilità per le visite fiscali - ha sottolineato Boeri - dovrebbe andare nel senso dell'estensione.
"Non ha senso - ha detto Boeri - che ci siano differenze tra pubblico e privato". Al momento le fasce per le visite fiscali sono due in entrambi i settori ma nel privato vanno dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 mentre nel pubblico sono fissate dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.
L'armonizzazione delle regole potrebbe portare a "risparmi significativi", a una gestione migliore dei medici e a controlli più efficienti. Le "esternazioni" del presidente dell'Inps non piacciono però ai sindacati. La Cgil le giudica "inaccettabili", sottolineando che la materia compete al legislatore, o semmai alle parti sociali, non certo all'Istituto previdenziale. La Cisl parla invece di "una forzatura" che creerebbe solo confusione. La strada "è quella di uniformare le fasce di reperibilità tra pubblico e privato e non viceversa", sottolinea la confederazione. La Uil ricorda poi che gli statali "pagano di tasca propria i giorni di malattia", quindi spesso "vanno a lavorare anche in non perfette condizioni fisiche per evitare la penalizzazione in busta paga".
Secondo i dati Inps riferiti al 2015 i giorni di malattia sono stati quasi 111 milioni (+2,07% sul 2014) con percentuali molto diverse tra pubblico e privato. Nel pubblico i giorni di malattia sono stati 32,5 milioni (quasi 11 in media per dipendente) con una crescita del 3,3%. Nel settore privato i giorni persi per malattia sono stati 78,4 milioni (poco più di sei in media per dipendente) con una crescita dell'1,56%. Ma la stretta dei controlli non dovrebbe limitarsi ai giorni di malattia. Boeri ha sottolineato che ci sono "differenze molto forti" nell'uso dei permessi per l'assistenza ai familiari disabili previsti dalla legge 104 nel pubblico e nel privato con 6 giorni per dipendente in media nella pubblica amministrazione e un giorno e mezzo nel privato. Ci sono differenze molto forti anche tra i comparti della pubblica amministrazione e questo - ha detto Boeri - "fa pensare a potenziali forme di abuso".
La stretta sui controlli e il recupero di risorse nel caso di permessi non dovuti - ha sottolineato il presidente Inps - dovrebbe essere destinato ad aumentare i fondi per la non autosufficienza al momento ancora troppo limitati. E maggiori fondi dovrebbero arrivare, secondo Boeri, anche dalla revisione delle attuali regole sull'indennità di accompagnamento. Invece di dare a coloro che sono inabili al 100% l'indennità di accompagnamento indipendentemente dal reddito che ha la persona disabile come accade ora sarebbe opportuno "graduare" questa prestazione sulla base dei redditi. A definire le fasce orarie di reperibilità e i criteri per i controlli su chi si assenta in caso di malattia sarà comunque un decreto interministeriale ad hoc.
Nell'attesa, sul tavolo restano i decreti bis della riforma Madia sui licenziamenti dei furbetti del cartellino, il taglio delle partecipate e il riordino della dirigenza sanitaria. L'esame del cdm è stato rinviato alla prossima settimana. Prima il governo ha infatti intenzione di confrontarsi con i sindacati. L'incontro è convocato lunedì prossimo, 13 febbraio, su tutti i temi del pubblico impiego che confluiranno nel Testo unico atteso in consiglio dei ministri. Alla riforma Madia seguirebbe poi la riapertura della contrattazione.
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