I precari dell'Istat tornano all'attacco per rivendicare il diritto alla stabilizzazione e questa volta non occupano solo le sale della sede centrale di Via Cesare Balbo, ma anche l'account Twitter ufficiale dell'istituto, rivolgendosi direttamente a Paolo Gentiloni,
Marianna Madia e Anna Finocchiaro.
La vertenza, spiegano, riguarda 350 lavoratori che chiedono di essere immessi regolarmente in ruolo. Già all'inizio di dicembre, ricordano, si era concretizzata la possibilità di chiudere in modo positivo la vicenda, con l'inserimento nella Legge di Bilancio, di un emendamento volto ad estendere i requisiti imposti dalla normativa vigente per la partecipazione a procedure di reclutamento riservate al personale a tempo determinato. Il provvedimento, oggetto di una lunga trattativa tra i vertici dell'Istat, Ministeri e Organi Vigilanti, è stato bocciato in sede di Commissione Bilancio. Alla fine di dicembre si è consumato negativamente anche il secondo tentativo di inserire l'emendamento nel testo del decreto Milleproroghe e, "nonostante le rassicurazioni dello staff della Ministra Madia - proseguono - il Consiglio dei Ministri ne ha sancito l'ennesima bocciatura". Allo stato attuale, in fase di conversione in legge del decreto, la vertenza Istat è ancora sospesa dato l'accantonamento dell'emendamento in questione.
Da qui la decisione di tentare una nuova forma di lotta, prendendo possesso dell'account Istat e di rivolgere da lì la loro domanda a ministri e senatori del Pd: "perché no?". I tweet diffusi dai precari, in cui si chiedeva visibilità anche ai telegiornali nazionali, sono stati poi rimossi dall'Istat che con un cinguettio seguente ha spiegato che "dalle 14.30 alle 15.40 l'account non è stato utilizzato per finalità istituzionali. Da ora - ha twittato l'istituto - riprende l'attività ordinaria #istat".
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