Il tasso di inflazione ad aprile ha raggiunto l'1,9%, in accelerazione dall'1,4% di marzo. Lo comunica l'Istat che ha rivisto al rialzo le stime preliminari dell'indice dei prezzi al consumo fino a un aumento su base annua dell'1,9% e su base mensile dello 0,4%. I dati provvisori indicavano +1,8% su anno e +0,3% su mese. Il balzo dell'inflazione è dovuto alla crescita dei prezzi di energia elettrica (+5,4% su anno) e gas naturale (+5,9%), oltre a quelli dei servizi relativi ai trasporti (+5,5%).
Il tasso di inflazione dell'1,9% di aprile è il più alto registrato dall'Istat da oltre quattro anni. Un aumento tendenziale dei prezzi analogo era stato toccato a febbraio 2013, mentre per trovarne uno maggiore bisogna tornare indietro ancora di un mese fino a gennaio 2013 (quando l'incremento era stato del 2,2%).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona che riempiono il cosiddetto "carrello della spesa" degli italiani diminuiscono dello 0,4% ad aprile su base mensile e registrano un aumento dell'1,8% su base annua, in frenata dal +2,3% di marzo. Si tratta del secondo rallentamento consecutivo dopo che a febbraio i rincari avevano raggiunto il 3,1%, il livello maggiore da otto anni, sulla spinta degli aumenti da record dei prezzi dei vegetali freschi. Sui prezzi dei biglietti hanno inciso le vacanze pasquali e il ponte della festa della Liberazione del 25 aprile. Il trasporto marittimo ha visto rincari che hanno raggiunto il 43,1% su base annua, quello aereo passeggeri ha mostrato un balzo del 36,9%, e quello ferroviario ha segnato un rialzo del +12,4%. L'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è salita di quattro decimi di punto percentuale (+1,1%, da +0,7% di marzo), mentre quella al netto dei soli Beni energetici si è attestata a +1,3%, da +1,2% del mese precedente. L'inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,4% per l'indice generale; +0,7% per la componente di fondo. L'incremento su base mensile dell'indice generale è stato ascrivibile in larga parte ai rialzi dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+3,3%) e di quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,2%), che hanno risentito entrambi di fattori stagionali. L'Istat ha registrato, invece, un calo dei prezzi degli alimentari non lavorati (-1% su mese). Questa flessione è stata dovuta quasi esclusivamente al calo dei prezzi dei vegetali freschi (-5,7%) che hanno segnato, su base annua, una marcata attenuazione della crescita, che è rimasta comunque pronunciata (+12,9%, era +22,5% a marzo e +37,2% a febbraio).
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