Tra il 2012 e il 2015 "l'occupazione regolare è scesa del 2,1%, mentre quella irregolare è salita del 6,3%, portando a oltre 3,3 milioni i lavoratori che vivono in un cono d'ombra non monitorato". Così il focus Censis-Confcooperative sul lavoro nero. Le false cooperative, spiega il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, "sfruttano oltre 100.000 lavoratori, qui fotografiamo un'area grigia molto più ampia che interessa tantissime false imprese di tutti settori produttivi che offrono lavoro irregolare e sommerso"
La metà dei disoccupati della crisi è stata risucchiata nell'illegalità, continua il focus Censis-Confcooperative dal titolo 'Negato, irregolare, sommerso: il lato oscuro del lavoro', spiegando che tra il 2012 e il 2015 "mentre nell'economia regolare venivano cancellati 462 mila posti di lavoro (260 mila riconducibili a quello svolto alle dipendenze e 202 mila nell'ambito di quello indipendente), la schiera di chi era occupato illegalmente cresceva di 200 mila unità, arrivando a superare quota 3,3milioni". All'espansione del lavoro sommerso "ha contribuito in maniera prevalente l'occupazione dipendente (+7,4%)", mentre sul fronte dell'occupazione regolare "è la componente indipendente che, in termini relativi, ha subito un maggiore ridimensionamento (-3,7%)", prosegue lo studio Censis-Confcooperative.
Sul piano territoriale, riguardo all'incidenza del lavoro irregolare sul valore aggiunto regionale, "Calabria e Campania registrano le percentuali più alte (rispettivamente il 9,9% e l’8,8%), seguite da Sicilia (8,1%), Puglia (7,6%), Sardegna e Molise (entrambe con il 7,0%)", conclude il focus.
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