L'economia italiana registra "tassi di crescita positivi" ma "a ritmo lievemente inferiore a quello medio del 2017" e "per l'anno in corso appare ancora possibile conseguire una crescita non lontana da quella programmata, anche se il quadro fa prevedere un rallentamento e una lieve revisione al ribasso per l'andamento delle esportazioni e della produzione". Così il ministro dell'Economia Giovanni Tria in audizione in commissione Finanze al Senato. Anche per il 2019 gli istituti internazionali indicano "un rallentamento dei principali paesi europei e questo avrà un impatto anche sull'economia italiana".
Il Mef ha avviato un task force "per analizzare i profili di gettito in vista della definizione della flat tax, in un quadro coerente di politica fiscale e in armonia con i principi costituzionali di progressività che l'attuale sistema Irpef fa fatica a garantire", ha detto ancora Tria. L'obiettivo è quello di mettere in essere "azioni strutturali fortemente orientate a rendere la tassazione più favorevole alla crescita, migliorare la tax compliance e preparare il terreno alla riduzione della pressione fiscale".
Allentare la pressione fiscale su cittadini e imprese è un obiettivo che va perseguito "compatibilmente con gli spazi finanziari", ha sottolineato il ministro dell'Economia spiegando che tutte le azioni di governo saranno portate avanti mantenendo l'impegno sulla riduzione del debito.
"Parlare di pace fiscale non vuol dire fare nuovi condoni ma un fisco amico che favorisca l'estinzione dei debiti" cioè "un fisco che ha a cuore accanto alla riscossione anche il suo presupposto, cioè creare ricchezza e consumi e in ultima analisi il benessere e la crescita del Paese".
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