Il governo differisce, al 31 dicembre
2016, per le banche la deducibilità del 10% dell'ammontare di
svalutazioni e perdite su crediti e 'spalma', in 10 anni, quella
sui crediti dovuti ai nuovi principi contabili Ifrs9, aumentando
così, di fatto, la tassazione a carico degli istituti di
credito. Nel draft budgetary plan inviato a Bruxelles il governo
spiega come "la deduzione della quota del 10% dell'ammontare dei
componenti negativi (svalutazioni e perdite sui crediti)" ai
fini dell'imposta sul reddito delle società e dell'imposta
regionale sulle attività produttive è differita al periodo
d'imposta in corso al 31 dicembre 2026". Inoltre viene
modificato anche il trattamento fiscale delle svalutazioni dei
crediti per i nuovi principi contabili. "La deducibilià ai fini
Ires e Irap" "deve essere applicato in modo retrospettivo per il
1% del loro ammontare nel periodo di imposta di prima adozione
dell'Ifrs9 e per il restante 90% in quote costanti nei nove
periodi di imposta successivi".
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