"Un rialzo pronunciato e persistente dei rendimenti, a parità di tassi di crescita nominale dell'economia, aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente". A lanciare l'allarme, che rischia di scompaginare le previsioni del Def, è Bankitalia, secondo cui il caro-spread "ha determinato negli ultimi sei mesi un'espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi" e "costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati.
Meno capitale, meno liquidità: è l'impatto dello spread sulle banche italiane, con effetti amplificati sugli istituti più piccoli. Lo rileva Bankitalia, secondo cui nei sei mesi al 30 giugno il Cet1, rapporto fra capitale e attivo, era sceso "di circa 60 punti base", di cui 40 solo nel secondo trimestre, penalizzando di più gli istituti minori che hanno visto ridursi di 75 punti base il Cet1 fra marzo e giugno contro i 30 delle banche maggiori. L'indicatore di liquidità per le banche è sceso a ottobre a 15,5 da 17,1 dello scorso maggio.
Il calo dei titoli di Stato "ha determinato una riduzione del valore della ricchezza finanziaria delle famiglie" del 2% (poco meno di 85 miliardi) nei sei mesi a giugno, e "negli ultimi mesi il peggioramento dei corsi azionari e obbligazionari si sarebbe riflesso in un'ulteriore perdita di valore di circa l'1,5 per cento". Bankitalia ricorda che nella crisi del 2010-2011 un aumento dello spread di 100 punti base ha fatto salire di 30 punti base i tassi sui mutui alle famiglie.
Da maggio il valore medio dei titoli italiani si è ridotto "di circa il 9%" riflettendo "il forte rialzo dei premi per il rischio derivante dalle incertezze sull'orientamento delle politiche economiche e di bilancio". Lo sottolinea Bankitalia nel Rapporto sulla stabilità finanziaria, secondo cui "le quotazioni dei titoli pubblici italiani hanno incorporato un rischio di ridenominazione del debito significativo, che non si riscontra in altri paesi dell'area dell'euro".
La legge di bilancio determinerebbe, nelle valutazioni ufficiali, una maggiore crescita rispetto al tendenziale di circa 0,6 punti percentuali nel 2019, ma "ciò presuppone moltiplicatori di bilancio piuttosto elevati". Secondo Bankitalia il caro-spread "rischia di vanificare l'impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio". L'effetto sulla crescita su crescita e debito/Pil dipenderà dunque dalle misure specifiche e dal mantenimento della fiducia degli investitori".
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