Il problema è sempre lo stesso,
l'impossibilità di marchiare i tubi semilavorati prodotti in
India e perfezionati in Italia con la dicitura 'Made in Italy'.
Sarà questa la causa dell'ormai certo ridimensionamento della
Sertubi, di proprietà dell'indiana Jindal Saw. Ma non è escluso
che lo stabilimento chiuda. Sono le notizie comunicate agli
attuali 68 occupati dai vertici dell'azienda. L'ipotesi che la
Sertubi rimanga aperta - ma soltanto con una ventina di occupati
- è legata a un problema di natura doganale: "Se sarà concesso
dall'Ue l'annullamento dei dazi sul tubo indiano finito, entro
fine giugno, l'impianto potrebbe restare aperto dando lavoro al
massimo a una ventina di persone, con la richiesta di cassa
integrazione straordinaria per tutti gli altri - spiega il
delegato aziendale della Fim, Michele Pepe - In caso negativo
entro settembre ci sarà la chiusura totale dello stabilimento".
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