Le stime messe a punto dallo staf della Bce per l'impatto economico della pandemia sull'Eurozona indicano "che anche una profonda recessione di circa il 5% nel 2020 appare ora un esito favorevole, con scenari più gravi che indicano una contrazione fino al 12% del Pil". E il consiglio direttivo "dovrà essere pronto ad aggiustare il Pepp e potenzialmente altri strumenti" alla riunione d'inizio giugno, se vedrà che le dimensioni dello stimolo sono inferiore a quanto necessario. Lo scrive la Bce nelle minute del meeting del consiglio direttivo di fine aprile.
Gran parte degli spread dell'Eurozona si sono allargati rispetto al Bund, e a fine aprile "in alcune giurisdizioni gli spread erano tornati temporaneamente, o avevano persino superato i livelli osservati prima dell'annuncio del programma di emergenza pandemica (Pepp)". E' uno dei temi discussi dal Consiglio direttivo nella riunione del 29 e 30 aprile, come testimoniano le minute dell'incontro. A contribuire al rialzo degli spread - scrive la Bce - "le aspettative di maggiori necessità di emettere debito e l'alta incertezza che prevale circa l'impatto economico e finanziario della crisi".
"Le banche centrali da sole possono fare fino a un certo punto, e dunque devono giocare un ruolo centrale le politiche di bilancio", lo dice, in un podcast diffuso dalla Bce, il membro del comitato esecutivo e capo economista della Bce Philip Lane, che parla di un "grosso shock" per l'economia dell'Eurozona dovuto alla pandemia.
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