Piazza Affari ha concluso il mese di maggio annullando le perdite accumulate dal lockdown, quando era crolla ai minimi (Ftse Mib il (12 marzo a 14.894 punti), e si è riportata sopra soglia 18.000, che non vedeva dalla seconda metà di febbraio, prima dell'esplodere della pandemia in Italia.
Ma rispetto agli Stati Uniti dove l'S&P 500 è tornato ai livelli di inizio 2020 (-5,7%) o a Francoforte, che si è mossa sulla stessa scia (-12,5% il calo del Dax dal primo gennaio), il recupero italiano è solo parziale e il bilancio resta ancora in rosso (-22,5% rispetto a 23.836 punti coi quali aveva cominciato l'anno). C'è spazio per crescere ancora? "Da febbraio a metà marzo gli indici sono scesi del 35/40% è l'Italia ha fatto peggio ed è caduta del 44%. Di fatto è successo che il mercato ha approssimato per eccesso una recessione pur spaventosa visto che il calo del Pil quest'anno può arrivare al 20%. Non dico che oggi Piazza Affari abbia uno spazio enorme per crescere ma spazio ce n' è", commenta con l'ANSA Roberto Brasca, amministratore delegato di Alisei Sim.
"Con quello che è sceso il mercato, le trimestrali a giugno, che saranno terribili, in gran parte sono già state scontate in anticipo. Ci sarà magari il singolo titolo che scenderà del 10% alla diffusione dei conti del secondo trimestre. Ma a partire da luglio la domanda che gl analisti si faranno sarà: quanto riusciremo a recuperare nel 2021 visto che la base di calcolo da cui partiamo è bassa?", aggiunge il gestore.
"Il mercato italiano ha pochi titoli nei settori che hanno tenuto ossia tecnologici, farmaceutici e alimentari. Nel Ftse Mib ci sono quasi solo banche ed energetici, come Eni, che ha sofferto per il crollo del petrolio. Gli indici vanno a secondo della loro composizione - riprende Brasca -. Ora val forse la pena di riprendere in mano settori meno resistenti che potrebbero beneficiare delle politiche monetarie e fiscali e del ritorno della spesa di famiglie e imprese, condizionato dagli incentivi e dai nuovi comportamenti post-covid. Pensiamo agli automobilistici: dopo il crollo le vendite di auto potrebbero ripartire visto che viaggeremo tutti di meno sui mezzi pubblici".
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