"I primi Pir di fatto si sono
specializzati su piccole e medie imprese quotate o in via di
quotazione e ci sono stati numeri importanti". Così il vicecapo
di Gabinetto del Mef, Stefano Scalera, nel corso di una
iniziativa sui Pir in vista del Salone del Risparmio.
"Poi sono stati fatti degli aggiustamenti - aggiunge -
guardando anche alle imprese non quotate. Con il Dl rilancio è
stata introdotta un'importante integrazione alla normativa dei
Pir. Si aprono quindi più decisamente al mondo delle società non
quotate e di minori dimensioni. L'obiettivo è quello di
rilanciare gli investimenti e mettere il risparmio privato
nell'impresa e quindi nel Paese che produce".
Come i Pir ordinari anche quelli alternativi "possono essere
organizzati - prosegue Scalera - in modi diversi e con una ampia
categoria di strumenti. Questo vuol dire avere la possibilità di
essere strutturato come un contratto di assicurazione o come un
deposito amministrato o come un fondo di credito. L'unica
condizione è che il Pir sia composto da investimenti
qualificati. Tra Pir ordinari e quelli alternativi siamo
difronte ad un modello che già è presente in altri Paesi come
Francia e Inghilterra".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA