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Alimentare, Coldiretti: lo smart working 'spinge' il carrello

Alimentare, Coldiretti: lo smart working 'spinge' il carrello

Nel 2020 spesa a +10 mld di euro. Soffrono bar, ristoranti e pizzerie. Così come i fashion store

ROMA, 19 giugno 2020, 15:53

Redazione ANSA

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Una fila ad un supermercato nella "versione lockdown" - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una fila ad un supermercato nella "versione lockdown" - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una fila ad un supermercato nella "versione lockdown" - RIPRODUZIONE RISERVATA

Effetto smart working sulla spesa alimentare degli italiani nel 2020, che aumenta di 10 miliardi di euro. Complice il maggior tempo trascorso tra le mura di casa, non necessariamente obbligato, ma condizionato anche dai timori diffusi sulla sicurezza dei pasti in bar, ristoranti e pizzerie. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea, che evidenzia un aumento del 6% del valore dei consumi domestici durante l'anno, in controtendenza con l'andamento generale di tutti gli indicatori economici.

Si tratta di un trend in crescita nel corso dell'anno, evidenzia la Coldiretti, dopo che il lockdown ha modificato le abitudini di spesa delle famiglie per quanto riguarda i canali di approvvigionamento, con il graduale spostamento verso botteghe e piccoli negozi, ma anche per i cibi da acquistare per colazioni e pranzi a casa, invece che al bar o al ristorante. Di fatto, spiega la Coldiretti, lo smart working ha spostato fra le mura domestiche tutti gli intervalli del tradizionale orario di lavoro con la necessità di organizzarsi a casa, magari anche per gli aperitivi di fine giornata.

Una situazione che sta rivoluzionando anche gli equilibri all'interno delle filiere produttive, con i consumi alimentari fuori casa in bar, ristoranti e pizzerie, dove la spesa registra nel 2020 un crollo per un valore di 34 miliardi di euro.

E intanto, nel settore moda...

"Ad un mese esatto dal termine del lockdown, per i negozi di moda il 94% ha riaperto in Italia con la massima sicurezza per tutti. Per fare un bilancio sui consumi, dopo la prima settimana più incoraggiante, non abbiamo registrato grandi risposte dai consumatori. Ad oggi, nonostante gli sconti presenti nelle vetrine, il 76% dei fashion store ha registrato un calo delle vendite rispetto allo stesso periodo pre-Covid; per il 17% le entrate sono in linea con quelle dello scorso anno e solo un 7% ha avuto un incremento". Così Renato Borghi, presidente di Federazione moda Italia-Confcommercio, in una nota.

"Qualche soddisfazione è arrivata dallo shopping di prossimità. Per il resto si aspetta che si allentino le preoccupazioni, unitamente ad un miglioramento del clima di fiducia che potrà arrivare con l'apertura dei confini e la ripresa del turismo, quanto meno quello intracomunitario", aggiunge Borghi, sottolineando che anche "lo smart working ha paralizzato gli spostamenti dei lavoratori dentro e verso le città più popolose e produttive".

Infatti "l'invito del Governo al massimo utilizzo del lavoro agile è stato preso alla lettera da gran parte di Enti pubblici e privati, riducendo in modo sostanziale e straordinariamente importante i flussi delle persone: quindi, una modalità certamente più 'smart', ma sicuramente meno 'work' per i nostri negozi", fa notare Borghi.

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