Via libera dell'assemblea di Mps al cosiddetto Piano Hydra, per alleggerire l'istituto di crediti deteriorati e passività. L'operazione ha comportato l'approvazione - avvenuta con il consenso del 99.,97% del capitale rappresentanto - del progetto di scissione parziale proporzionale di Mps Capital Service in favore di Mps e, contemporaneamente, del progetto di scissione parziale non proporzionale di Mps in favore di Amco, la società specializzata nella gestione di crediti deteriorati, prevedendo in questo caso l'attrizioni di opzioni asimmetriche tra gli azionisti di Mps diversi dal ministero dell'Economia.
L'operazione, che avrà efficacia dal primo dicembre, alleggerisce l'istituto di Rocca Salimbeni dal rischio di 8,1 miliardi. Il meccanismo previsto - che di fatto stabilisce il passaggio ad Amco di passività detenute sia da Mps sia, prima della propria scissione, dall'investment banking Mps Capital Service - comporterà anche una riduzione del capitale sociale della banca di 1,1334 miliardi e consente ai soci di minoranza dell'istituto di non aderire alla cosiddetta ''opzione asimmetrica'' delle scorporo verso Amco, continuando a mantenere inalterato il numero delle azioni proprie.
In pratica il primo step ha visto l'investment banking di Mps cedere alla capogruppo una parte del proprio patrimonio costituito da taluni elementi attivi ma anche, in particolare, di quelli passivi, tra cui un portafoglio di crediti deteriorati finalizzato ad essere successivamente trasferito ad Amco. A questo ha provveduto l'altra scissione, quella di Mps, con la quale l'istituto 'madre' ha ceduto sia gli Npl della controllata sia le proprie attività (sofferenze e inadempienze probabili, attività fiscali differite) e passività (con tra l'altro un finanziamento bridge pari a 3,179 miliardi).
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