La cooperativa delle sarte
romagnole compie quarant'anni e oggi vende tutto il mondo. La
Princess Più di Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena) era stata
costituita nello studio di un notaio cesenate il 6 novembre 1980
da 20 operaie del tessile, affiancate da una casalinga e tre
uomini in rappresentanza delle figlie minorenni. L'atto arrivò
dopo che le operaie avevano occupato, per un mese e 18 giorni,
la fabbrica in cui lavoravano.
Oggi si chiamano 'workers buyout': all'epoca erano un gruppo
di lavoratrici che, di fronte al rischio di fallimento,
tentarono tutto per tutelare il lavoro e le commesse da portare
a termine. "La notte si faceva a turni, ma di giorno tutte erano
presenti al lavoro, a tagliare e cucire vestiti di pregio
(soprattutto, come oggi, camicie) per l'alta moda made in Italy
- raccontano le operaie di allora - L'occupazione fu un periodo
difficile ma anche carico di entusiasmo e di una bella dose di
incoscienza".
Per avviare l'attività le socie della coop rilasciarono
garanzie per 56 milioni di debiti sottoscritti su una cambiale
appesa, ancora oggi, ai muri della cooperativa. Oggi Princess
Più continua a lavorare per un grande marchio della moda
italiana, realizzando soprattutto camicie in tessuti pregiati
(seta e chiffon) che vengono vendute in tutto il mondo, anche
negli Usa e a Dubai. Al lavoro ci sono sette socie, oltre a due
dipendenti e un amministrativo.
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