La maggior parte degli universitari
ammette (e dimostra) di avere poca confidenza con le tematiche
finanziarie, circa la metà confessa di aver subito truffe
online. Solo il 40% ha un conto corrente personale, in 1 caso su
2 scegliendo la stessa banca dei genitori; del resto, il 55%
riceve il denaro
proprio da loro. Sarà anche per questo che, secondo una ricerca
svolta su 2.500 under30 da Skuola.net in collaborazione con
UniCredit, il deficit in "financial literacy" emerso tra i
quindicenni italiani nell'ultimo rapporto Ocse PISA sembra non
essere colmato dai loro "fratelli maggiori".
Partiamo dalla financial literacy, più sale il livello delle
competenze richieste più il fallimento è dietro l'angolo" spiega
la ricerca. "Sono bastate poche semplici domande: oltre 6 su 10,
ad esempio, non sanno calcolare un ipotetico rendimento delle
somme depositate in banca; circa 4 su 10 non riescono a valutare
il ''peso' degli interessi su un finanziamento; oltre 7 su 10 si
perdono nella trasformazione del tasso d'interesse in somme
reali. Ma, in fondo, ne sono consapevoli visto che 4 su 5 "sanno
di non sapere". Ancora peggio, come visto, se passiamo al
capitolo truffe online: solamente il 38% dichiara di saper
riconoscere al volo le frodi più diffuse e un altro 54% di
conoscerle solo in parte; quasi 1 su 10 dice di essere a digiuno
sul tema. Numeri che, più o meno, tornano quando ci si addentra
nell'argomento: circa 6 su 10, ad esempio, non sanno che il
'phishing' si realizzi attraverso messaggi di posta elettronica.
E siamo di fronte alla più comune. Con le altre tipologie,
infatti, la
situazione precipita: meno di 4 su 10 sanno che il 'vishing' è
una truffa che utilizza una chiamata telefonica per colpire
oppure che lo 'smishing' sfrutta gli SMS.
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