Il sindaco di Taranto Rinaldo
Melucci, il presidente della Provincia Giovanni Gugliotti e
altri sindaci del territorio questo pomeriggio consegneranno al
Prefetto di Taranto Demetrio Martino le proprie fasce di
rappresentanza "in segno di protesta e denuncia per ciò che si
sta compiendo". Lo comunica il primo cittadino riferendosi
all'imminente firma dell'accordo tra Governo e ArcelorMittal per
la nuova compagine societaria e l'avvio del piano quinquennale,
per il quale la comunità lamenta di non essere stata coinvolta,
che riguarderà il polo siderurgico.
L'iniziativa, spiega Melucci, avviene "mentre il Governo si
appresta a firmare il sacrificio di altre generazioni di
tarantini, senza che siano stati nemmeno resi pubblici i termini
dell'intesa col privato". Melucci aggiunge che "per l'occasione,
in memoria delle tante vittime del passato e col cuore rivolto a
chi ancora in questi giorni si ammala e continuerà ad ammalarsi
a causa dell'ex Ilva, i suddetti Enti locali porranno a
mezz'asta le proprie insegne e listeranno a lutto uno dei
monumenti simbolici della storia e delle aspirazioni della
comunità ionica".
Oggi, su richiesta della presidenza del Consiglio, Comune di
Taranto e Regione Puglia hanno rinviato la videoconferenza per
la "Costituzione del Tavolo per la sottoscrizione dell'Accordo
di Programma per la bonifica, il risanamento ambientale, la
riconversione e lo sviluppo del polo siderurgico di Taranto".
Gli enti locali propongono due scenari alternativi al piano
previsto dall'intesa tra Governo e multinazionale. A quanto si è
appreso, un primo scenario con la totale decarbonizzazione e
l'introduzione di preridotto e forni elettrici, e l'altro con la
chiusura dell'area a caldo, ma decisamente più oneroso.
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