Piazza Affari ha chiuso in forte
calo insieme agli altri listini europei, che in un solo giorno
hanno bruciato oltre 200 miliardi di capitalizzazione. Tra
scambi vivaci per oltre 2,9 miliardi di euro di controvalore,
l'indice Ftse Mib ha lasciato sul campo il 2,57% a 21.410 punti,
a seguito delle svendite scattate sui timori per la variante
inglese del Covid 19 e per le trattative sulla Brexit tra Londra
e Bruxelles, a 10 giorni dal termine prefissato, che si
potrebbero concludere con un nulla di fatto.
Hanno pesato anche le tensioni sul greggio che hanno indotto
il colosso Shell a rivedere le proprie stime per il 4/o
trimestre, con svalutazioni fino a 4,5 miliardi di dollari.
Stabile a 115 punti lo spread tra Btp e Bund decennali tedeschi.
Le vendite si sono concentrate su Eni (-4,37%), sulla scia
della deriva di Shell (-5,89%) e del calo del greggio.
Ripercussioni anche per Saipem (-3,93%) e per Tenaris (-2,62%).
Giù Bper (-4,03%), Buzzi (-3,92%) e Unicredit (-3,91%), insieme
a Tim (-3,74%), Enel (-3,73%), Intesa (-3,49%) e Generali
(-3,41%). Pochi i rialzi, limitati a Cnh (+1,11%) e Diasorin
(+0,59%). Non ha giovano a Fca (-1,91%) il via libera
dell'Antitrust europea alla fusione con Peugeot (-1,89% a
Parigi).
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