L'impatto del coronavirus si fa
sentire anche sulle aste dei tonni in Giappone. Nel tradizionale
primo evento dell'anno al mercato del pesce di Toyosu, la
maggiore offerta per un esemplare di tonno pinna blu da 208
chili non ha raggiunto i 21 milioni di yen, l'equivalente di
165.000 euro, appena un decimo rispetto all'anno scorso, a causa
della crisi del settore ristorazione e il repentino calo dei
consumi. Durante l'asta - tenuta nelle prime ore del mattino,
non erano presenti spettatori per via delle nuove norme contro
gli assembramenti, in vigore dal 26 dicembre, e tutti i
banditori indossavano le mascherine. Il prezzo pagato per il
tonno pescato al largo della prefettura di Aomori, a nord del
Giappone, si confronta con in 193 milioni di yen battuti lo
scorso anno, e il record fatto segnare nel 2019 alla prima asta
di Toyosu, dopo il trasferimento dallo storico mercato di
Tsukiji, con 333,6 milioni. L'organizzazione del primo evento
dell'anno generalmente ha una valenza mediatica e di norma
attrae offerte più elevate dai ristoratori. A causa della
pandemia l'intero comparto ha subito un ridimensionamento a
partire dalla scorsa primavera nel Paese, per via delle
restrizioni in corso alle attività commerciali e il graduale
restringimento delle spese per consumi.
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