Piazza Affari ha chiuso in calo
(Ftse Mib -1,47%)
al di sopra però dei minimi di seduta, risollevandosi nel
finale. Un andamento in linea con quello delle altre borse
europee, nel primo giorno delle consultazioni in Quirinale per
risolvere la crisi di governo. Un elemento che ha pesato più
sullo spread tra Btp e Bund tedeschi, salito a 120,1 punti base,
che sul mercato azionario, penalizzato invece dai ritardi nella
consegna dei vaccini anti-Covid, che ha indotto il Comitato
Direttivo dell'Ue a convocare i vertici di AstraZeneca.
Brillanti gli scambi, in rialzo a 2,54 miliardi di euro di
controvalore.
Seduta difficile per Interpump (-6,29%), Unipol (-3,78%),
Exor (-3,74%) e Stellantis (-3,45%). Sotto pressione anche Stm
(-3,12%), oggetto di prese di beneficio alla vigilia dei conti.
Deboli Nexi (-3,02%), Bper (-2,96%) e Atlantia (-2,22%). In
campo bancario ha pesato Intesa Sanpaolo (-1,74%), più caute
invece Banco Bpm (-1,33%) e Unicredit (-0,77%), in attesa della
nomina del nuovo amministratore delegato, che a borsa chiusa è
risultato essere Andrea Orcel.
Il rimbalzo del greggio, tornato a salire (Wti +0,93% a 53,10
dollari al barile) dopo il forte calo delle scorte settimanali
Usa, ha consentito ad Eni (+0,22%) di chiudere sopra la parità.
In rialzo anche Snam (+0,52%), Leonardo (+0,6%), Terna (+1,01%),
Amplifon (+1,64%) e Tenaris (+1,73%). Brillanti Saipem (+4,65%),
dopo una commessa in Sudafrica, e Diasorin (+5,31%), congelata
anche per eccesso di rialzo.
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