I dati dei primi nove mesi del 2020 segnano per i maggiori player mondiali del fashion una riduzione del giro d'affari cinque volte maggiore di quella registrata dalla grande industria. Ha sofferto soprattutto il mercato europeo della moda (-23,7%), fortemente penalizzato dal blocco dei flussi turistici, mentre quello asiatico ha visto un calo più contenuto (-14,8% e -10,1% escludendo il Giappone, dove il calo è stato del 23,7%). Per il settore moda italiano la contrazione del giro d'affari per il 2020 dovrebbe attestarsi al -23%.I dati sono del nuovo report sul "Sistema Moda" dell'Area studi Mediobanca, presentati in vista della terza edizione dell'Annual Fashion Talk, nella stessa giornata.
Alcuni segnali positivi sembrano arrivare nell'ultimo trimestre del 2020, su cui i primi dati che vengono diffusi dalle aziende indicano un rimbalzo del fatturato a livello aggregato (+17%), con un ritmo di ripresa differente a livello geografico e a seconda delle specialità. La ripresa dell'industria della moda, sostiene il report, si baserà sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità, fatta salva la necessità, a livello locale, di fare sistema. Quanto a impegno nella salvaguardia dell'ambiente, viene rilevata già una crescita a partire dai dati 2019, a partire dal calo dei consumi idrici (-3,4%) e delle emissioni di anidride carbonica (-5,1%).
Si sono ridotti i rifiuti prodotti (-3,1%) e aumenta il ricorso all'energia elettrica rinnovabile (dal 42,6% nel 2018 al 49,9% nel 2019).
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