Piazza Affari ha chiuso in calo
(Ftse Mib -1,11%) una seduta piuttosto difficile per tutte le
piazze del Vecchio Continente. Hanno pesato i timori della Bce
sui ritardi dei vari Paesi nel predisporre i piani per l'impego
delle risorse del fondo Next Generation Ue e l'aumento delle
richieste di sussidi negli Usa, con il petrolio di nuovo in calo
dopo il recente rally. In rialzo lo spread tra Btp e Bund
tedeschi, che ha sfiorato quota 100 toccata l'ultima volta lo
scorso 4 febbraio, secondo giorno di contrattazioni dopo
l'incarico a Mario Draghi, per attestarsi poi a 99,5 punti.
Vivaci gli scambi, per 2,26 miliardi di euro di controvalore.
Hanno segnato il passo Inwit (-3,15%), Diasorin (-2,56%) e
Nexi (-2,24%), mentre si è ripresa nel finale Campari (+0,12%),
scesa fino al 2% dopo i conti che hanno deluso le attese degli
analisti. Il ritorno di fiamma di una possibile integrazione tra
Bper (-1,73%) e Banco Bpm (-0,61%) non ha certo aiutato i titoli
coinvolti, compresa Unipol (-2,06%). Pesante Mps (-1,96%), altro
possibile protagonista del risiko che vedrebbe coinvolta
Unicredit (-1,96%). Più cauta Intesa (-0,76%), che sul fronte
delle aggregazioni ha 'già dato' con l'assorbimento di Ubi.
Pochi i rialzi, limitati ad A2a (+1,18%), Stellantis (+0,56%)
e Saipem (+0,08%), che ha siglato un accordo con Danieli
(-3,16%) e Leonardo (-2,67%) sull'acciaio verde. In calo Eni
(-0,72%), insieme al greggio, mentre Moncler (-0,12%) si è mossa
con cautela in attesa dei conti diffusi a borsa ormai chiusa.
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