Slitta di qualche giorno, all'inizio della prossima settimana, il primo decreto economico del governo Draghi: serviranno ancora simulazioni, approfondimenti e un momento di confronto nella maxi-maggioranza per mettere a punto il nuovo sistema dei sostegni - che da quanto emerso finora molto somiglia ai vecchi ristori - e stabilire come spendere i 32 miliardi di extradeficit già autorizzati dal Parlamento. Decreto che potrebbe mettere nero su bianco anche il nuovo rinvio, annunciato dal Mef, per la digital tax che andrà versata entro il 16 maggio, mentre la dichiarazione andrà fatta entro il 30 giugno. Se l'impianto è condiviso, infatti, e spazia dal lavoro agli aiuti alle imprese alle cartelle fino al rifinanziamento di enti locali e sanità, sui dettagli dei singoli interventi ancora non si è raggiunta una sintesi, né tecnica né politica.
Il primo nodo è rappresentato dagli indennizzi alle attività produttive: abbandonando i codici Ateco la platea si fa molto più ampia e un limite di fatturato per accedere è inevitabile. Le simulazioni effettuate fin qui includono anche i professionisti e adottano il tetto dei 5 milioni, quello applicato già lo scorso anno con i primi contributi a fondo perduto del decreto Rilancio. Si starebbero facendo i calcoli per vedere di portare questa soglia fino a 10 milioni, e non rischiare di lasciare fuori ad esempio attività del turismo che, pur nell'ambito delle Pmi, superano in tempi 'normali' il limite dei 5 milioni.
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