L'obiettivo principe per frenare il riscaldamento globale e limitare eventi meteo estremi è fissato dall'Accordo di Parigi sul clima del 2015: limitare entro 2 gradi centigradi - meglio se 1,5 - l'aumento medio delle temperature entro la fine del secolo rispetto ai livelli pre industriali (1880). Per farlo la comunità scientifica ha indicato che bisogna raggiungere lo zero netto di emissioni entro il 2050.
Al momento, emettiamo 40 miliardi di tonnellate di gas serra all'anno e siamo sulla traiettoria di un aumento medio della temperatura di 3,3 gradi centigradi rispetto ai livelli del 1880, ricorda lo scienziato Sandro Fuzzi, dell'Isac Cnr, uno degli autori principali del Working group I del panel di esperti dell'Onu.
Il rapporto dell'Ipc, aggiunge ancora Fuzzi, dice che nel periodo 1850-2019 sono state emesse 2.400 gigatonnellate (miliardi di tonnellate) di carbonio di origine antropica. Se si vuole rimanere entro 1,5 gradi ne rimangono a disposizione 400-500 miliardi che si possono emettere fino al 2050, momento in cui si vuole raggiungere zero emissioni. In un altro dei 5 scenari indicati dal rapporto dell'Ipcc, se si vuole rimanere entro 2 gradi di aumento medio della temperatura entro fine secolo ci sono a disposizione da 1.150 a 1.350 miliardi di tonnellate di carbonio. Come fare (con quanta energia rinnovabile, con quanta riduzione nella mobilità inquinante, con quanta efficienza energetica ed altri interventi) è il tema del terzo volume del VI Rapporto di Valutazione dell'Ipcc.
Alla Cop21 di Parigi fu deciso che ogni Paese avrebbe dovuto comunicare il proprio "contributo determinato a livello nazionale" (Indc-Intended Nationally Determined Contribution) con l'obbligo di perseguire misure domestiche per la sua attuazione. Ogni aggiornamento dell'impegno (da comunicare ogni cinque anni) dovrà costituire un avanzamento rispetto allo sforzo precedente. Alla Cop26 di Glasgow a novembre sono attesi questi aggiornamenti.
L'Unione europea, nel nuovo pacchetto clima 'Fit for 55' ha indicato di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. I settori dell'industria e dell'energia coperti dal mercato Ue del carbonio (Ets) dovranno aumentare lo sforzo di riduzione delle emissioni di Co2 entro il 2030 dal 43 al 61% rispetto al 2005.
Previsto il rimboschimento con 3 miliardi di alberi piantati entro il 2030 e stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035. Rinforzati gli obiettivi di riduzione delle emissioni per agricoltura, trasporti ed edifici: passeranno dal 29% previsto oggi al 40%. Per l'Italia, il target sale dal 33 al 43,7%.
Sollecitazioni arrivano all'Italia affinchè vari un Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) più ambizioso, con una riduzione delle emissioni climalteranti di almeno il 65% entro il 2030 e un piano per l'adattamento climatico di cui ancora è sprovvista.
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