Il Governo è al lavoro per portare nuovi sostegni contro il caro-energia e per apportare "correzioni mirate" al dl Sostegni-ter sul Superbonus, in particolare alla norma che limita la cessione dei crediti. E' quanto apprende l'ANSA da fonti di Governo. I due provvedimenti dovrebbero essere varati dal Cdm la prossima settimana, e potrebbero anche far parte di un unico decreto, ma i dettagli sono ancora da definire.
Il Governo è al lavoro sul decreto che porterà nuovi aiuti contro il caro-energia e che dovrebbe valere circa 4 miliardi di euro. Secondo quanto si apprende da fonti di Governo, se è certo che non ci sarà scostamento di bilancio, non è ancora chiaro che forma prenderanno i nuovi sostegni. La cifra su cui si ragiona, che comunque al momento resta entro i 4 miliardi, potrebbe quindi subire dei ritocchi.
Attesa per gli sviluppi della stretta sul superbonus. Dopo le proteste del mondo produttivo e dei consumatori per la misura arrivata con il decreto Sostegni-ter, che ha ridotto la possibilità di cedere i crediti maturati nei confronti dello Stato, c'è stato l'allarme di Confartigianato sui posti di lavoro a rischio. "Le modifiche degli ultimi due decreti al meccanismo della cessione dei crediti che maturano a seguito degli interventi edilizi, predisposte con il nobile obiettivo di evitare le truffe, di fatto hanno bloccato completamente migliaia di interventi, rischiando di far fallire le imprese oneste e di danneggiare migliaia di famiglie. Come Governo dobbiamo prenderne atto e intervenire immediatamente con un decreto correttivo e con un prolungamento della misura del Superbonus 110% per le monofamiliari, visti i due mesi di stop subiti. Porterò questo tema nel prossimo Cdm". Cosi il ministro delle Politiche Agricole Patuanelli in un post.
Questa mattina circa 300 tra imprese dell'edilizia, fornitori e tecnici sono scese in piazza a Roma per protestare contro il Decreto Sostegni-ter, che blocca ad una sola cessione il credito d'imposta ottenuta della imprese con i bonus edilizia, a partire dal Superbonus. "Abbiamo Crediti per lavori che stiamo eseguendo -dice un imprenditore- se non abbiamo liquido non possiamo eseguire i lavori. Non si può avere Il cambio delle regole durante la programmazione dei lavori. Io non ho paura dei controlli facciamo questo lavoro". Alla manifestazione promossa da un gruppo di imprese sotto il cappello Class Action Nazionale dell'Edilizia, ha partecipato l'ex ministro Riccardo Fraccaro, padrino del Superbonus. "Serve un decreto urgente perché le banche possano continuare ad acquisire crediti delle imprese - spiega Fraccaro - altrimenti le imprese oneste che lavorano in regola non avranno liquidità per pagare operai e fornitori". Una delegazione di imprese dell'edilizia accompagnate dall'ex ministro Riccardo Fraccaro e gli onorevoli Alessio Villarosa e Maurizio Gasparri hanno chiesto un incontro al ministro dell'economia Franco in via XX Settembre che non li ha ricevuti.
Il governo deve intervenire rapidamente sul blocco della cessione del credito introdotto dal decreto Sostegni Ter o il rischio è che l'economia rallenti e le imprese vadano in crisi. "Il governo dovrebbe ripensare rapidamente a questa situazione, perché la situazione che si è creata è insostenibile. La mancata decisione per 60 giorni non può che peggiorare la situazione, si sta già verificando uno stop degli interventi e una mancata crescita". Lo afferma Gabriele Buia, presidente dell'Ance, contattato dall'ANSA, chiedendo che si intervenga "quanto prima con un nuovo decreto del governo, che ci sia un ampliamento della platea di soggetti".
Senza cedere il credito d'imposta maturato con i lavori svolti con il Superbonus, e non solo, le imprese dell'edilizia rischiano di fallire, bruciando migliaia di posti di lavoro che sono stati creati proprio grazie a questa misura. A lanciare l'allarme gli imprenditori, tecnici e fornitori scesi in piazza a Roma per protestare contro il blocco della cessione del credito prevista dall'articolo 28 del decreto Sostegni ter. "Siamo venuti ieri sera da Bari - dice il titolare di un'impresa - ho quasi 1 milione di credito che non posso più scontare dalle banche che hanno messo un fermo. Non si può cambiare le carte in tavola quando abbiamo fatto milioni di investimenti e assunto oltre 25 operai. Attualmente abbiamo 15 cantieri avviati tra i bonus al 90% e 110%, per un fatturato totale di circa 5-6 milioni. Il rischio è il fallimento. Ho ancora autonomia uno o due mesi con i miei soldi personali". Le imprese e i tecnici lamentano l'applicazione retroattiva della norma e il blocco in pratica dei lavori già avviati. E si sentono offesi da chi indica la categoria con chi truffa le casse dello Stato. Per manifestare sono arrivati anche dalla Sicilia: "Non siamo tutti truffatori - dicono - il 99,9% siamo imprenditori che ci alziamo alle 5 del mattino e ci andiamo a sporcare le mani con il cemento. Spero che il governo ampli il numero di cessioni almeno a tre, così io impresa posso vederlo al mio fornitore, e il mio fornitore può venderlo alla banca".
Ora il provvedimento è all'esame della Commissione al Senato. Oltre a M5s anche Forza Italia e Fdi sono per una revisione del provvedimento.
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