Fu il simbolo emblematico del crack del Banco Ambrosiano. Il suo presidente Roberto Calvi venne trovato impiccato sotto il ponte Blackfriars a Londra la mattina del 18 giugno del 1982.
Una morte che, dopo la prima frettolosa sentenza che parlava di suicidio, venne chiaramente indicata come un omicidio i cui autori sono ancora ignoti.
Le sentenze giudiziarie non sono riuscite a stabilire chi furono gli esecutori e i mandanti dell'omicidio del banchiere milanese. Di certo appare difficile che il sessantenne Calvi, nella sua grisaglia da banchiere e zavorrato da sassi e mattoni, abbia potuto raggiungere quell'angolo sotto al ponte da solo.
Quello del Banco Ambrosiano fu un crollo che coinvolse potenti e spietate organizzazioni criminali, società segrete come la P2, parti del sistema politico e istituzionale italiano e del Vaticano. Soggetti che minavano la tenuta democratica del nostro paese, ne inquinavano l'economia ed erano riusciti, qualche anno prima, a mandare in carcere i vertici della Banca d'Italia, il governatore Baffi e il dg Sarcinelli, che avevano cercato di vederci chiaro nell'Ambrosiano.
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