Il 2023 ha segnato un balzo storico delle aggiudicazioni di lavori pubblici per un importo complessivo di 91,5 miliardi "con un incremento del 54% rispetto al valore 2022 che, a sua volta, era stato completamente fuori scala rispetto alla serie degli anni precedenti". Il numero di appalti aggiudicati è stato di 7.404, ovvero quasi il doppio rispetto ai 3.799 del 2022.
E' quanto rileva l'Osservatorio sugli appalti pubblici del Cresme (centro di studi e ricerche con più di 100 soci fra questi l'Ance) sottolineando che il 2023 è stato "il terzo anno consecutivo di record considerando i 49,2 miliardi del 2021". Se si esclude il "triennio del PNRR", per trovare il valore più alto bisogna risalire al 2005 quando le aggiudicazioni si attestarono a 24,4 miliardi.
Ottobre è stato il mese record con un picco di lavori affidati per un valore di 10,8 miliardi. Il numero di appalti aggiudicati nel corso dell'anno è 7.404, quasi il doppio rispetto ai 3.799 del 2022.
Un dato sorprendente rivela che non c'è solo PNRR nel risultato complessivo del 2023. Ci sono 10 miliardi di aggiudicazioni fatte dall'Anas e, come è noto, le strade sono fuori dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Da segnalare i 17,9 miliardi di opere ferroviarie aggiudicate, i 10,7 miliardi di lavori dei gestori di reti, infrastrutture e servizi pubblici locali e 11,1 miliardi di appalti aggiudicati da gestori nazionali differenti dai trasporti (energia in particolare).
Gli appalti integrati, che sono la tipologia contrattuale prevalente nel PNRR, sono pari a 36,6 miliardi e si fermano sotto il 40% del totale. Il 60% delle aggiudicazioni sono quindi appalti di sola esecuzione dei lavori e fra questi ci sono molti lavori comunali.
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