I dazi di Donald Trump frenano le case automobilistiche zavorrando le Borse europee mentre l'incertezza sui prossimi sviluppi delle guerra commerciale spinge gli investitori verso beni sicuri come l'oro che ritocca i massimi storici arrivando nel corso della giornata a superare i 3.100 dollari l'oncia.
Per fine anno Goldman Sachs prevede possa arrivare a 3.300 dollari anche per la domanda da parte della banche centrali.
L'annuncio che dal 3 aprile le auto prodotte in Europa saranno gravati da dazi pari al 25% colpisce in prima battuta i marchi tedeschi che rappresentano per valore (24,8 miliardi di dollari nel 2024) e per numero di veicoli (446.566) la fetta maggiore delle importazioni Usa di auto dal Vecchio Continente.
Soffrono Porsche (-3,41%) e Mercedes Benz (-2,81%) per le quali l'impatto potenziale potrebbe toccare i 3,4 miliardi di euro. Alla Borsa di Francoforte (-0,7%), che non a caso segna il peggior risultato anche se come gli altri listini europei conclude con perdite ridotte, soffrono anche Bmw (-2,54%) e Volkswagen (-1,72%), proprietaria dei marchi Audi e Lamborghini.
A Londra (-0,27%) fa peggio Aston Martin Lagonda (-6,6%).
Tra le auto di lusso Ferrari (+1,82%) inverte invece la rotta grazie alla conferma degli obiettivi finanziari di quest'anno: ai dazi di Trump risponderà alzando i prezzi del 10%. Tartassato invece il gruppo franco-italiano Stellantis (-4,23%) malgrado abbia una rete produttiva consolidata negli Stati Uniti per Jeep e Chrysler. La francese Renault (+0,55%) da parte sua attraversa la giornata indenne dato che realizza le sue vendite principalmente in Europa.
Non va meglio sull'altra sponda dell'oceano dove a Wall Street precipita General Motors (-9,5% a seduta ancora aperta) e fa un passo indietro Ford (-1,4%). Entrambe hanno stabilimenti in Messico, paese colpito dai dazi al pari del Canada e dell'Europa. Guadagna invece Tesla (+1,6%) che produce solo negli Usa.
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